La topa pronta a concedersi ai discutibili spermatozoi di personaggi sconosciuti, pur di interrompere per un po’ la sua routine fatta di vibratori e solitudine, occupa senz’altro un posto di prestigio nel brullo immaginario erotico maschile. Nulla è più eccitante o quasi per il semplice cervello dell’ometto masturbante medio che trovarsi al cospetto di una giovine fanciulla di facili costumi mossa unicamente da pulsioni scoperecce simili a quelle che egli stesso, intimamente, avverte. Il bipede minchiamunito — oppresso da una razionalità bendata che lo costringe a rimbalzare quotidianamente tra una manciata di concetti dall’alto spessore culturale quali calcio, birra e patatonza — deve sentirsi l’amante tenebroso, lo stimato educatore, il padre capace di ascoltare, e all’occorrenza perforare. Quasi il buon samaritano che concede generosamente un tozzo di pene all’ignota fanciulla, affamata e intenta a urlare tutta la sua inesauribile voglia di cazzo nel deserto. Il penefattore è quindi chiamato dal copione a dissolversi nelle sabbie di un mondo purtroppo ancora taaanto bisognoso di lui e delle sue opere peniche. Lasciando inevitabilmente la fanciulla, sopravvissuta a linciaggi morali e materiali, alla disperata ricerca di trivelle sempre più grosse e irsute con le quali misurarsi nel tentativo di riempire così le sue lacune affettive, le sue fosse delle Marianne esistenziali.
Valérie proviene ovviamente da una famiglia colta e agiata. Lo spettatore non deve nemmeno per un momento sospettare che l’ardente desiderio di accoppiarsi con chiunque le si pari dinnanzi, arrivando letteralmente a prostituirsi, scaturisca da vili necessità di carattere economico, che la desuinizzerebbero notevolmente alle sue fanciullesche pupille. Valérie, ancora praticamente bambina, un giorno confida la sua esigenza insopprimibile di collezionare organi rigorosamente non aerofoni dell’altro sesso alla sua burbera nonna. La quale, dall’alto di una saggezza che appare quantomai pietrificata e indubitabile, la manda assolta. Condannando solennemente e ovviamente i maschietti e il tribunale da loro istituito per crocifiggere sempre e comunque le donne che osino andare oltre i ruoli tradizionalmente stabiliti. Occhei, ma resta il fatto che una vita fatta solo di questo è limitata, claustrofobica e caricaturale, manca tutta l’interazione con elementi diversi dal cazzo. I forzati del sesso sono fondamentalmente gente noiosa.
Difficile individuare elementi che giustifichino l’esistenza di un simile cagatone megagalattico, a parte un generico scalpore causato in Ispagna da una manina maliziosamente piantata in un’altrettanto ammiccante mutandina. Il film non riesce a essere decentemente erotico o pornografico, e nemmeno smuove interessi pecorecci paragonabili a quelli suscitati da qualche nostro simpatico classico dal titolo wertmulleriano. Diario di una ninfomane fallisce miseramente nella rappresentazione delle scopate, abbastanza indistinguibili da robotici allenamenti tra quarti di bue mossi da algoritmi di quint’ultima scelta. Perisce nel tentativo di descrivere il sesso come intima esigenza espressiva, come mezzo conoscitivo se non esplorativo della realtà, in quanto nei momenti in cui cerca di essere lirico e riflessivo risulta scontato, ridicolo, patetico, a tratti esageratamente fastidioso.
17 Maggio 2009 il 15:30
Cazzo che voglia di andare al cinema mi hai fatto venire.
Ma a vedere San Valentino di sangue 3D!!!! :gnam:
belphagors last blog post..Alla donna che non ho ancora incontrato (?)
17 Maggio 2009 il 15:36
il film non l’ho visto ma le mutandine son graziose, mi rimane il dubbio sul perchè Briatore alla fine abbia deciso di sposarsi la pompinara invece di intestargli l’appartamento in centro come buona ceranza avrebbe voluto, mi sembra che su questo nodo si esplichi molto dei misteriosi processi del funzionamento del cervello maschile.
illa,essa, iddas last blog post..Rocchetta la prima acqua che epura
17 Maggio 2009 il 22:20
belphy, ma non era considerato unanimemente una vaccata di proporzioni bibliche?
illa, in effetti non ho mai capito queste scelte fatte col prepuzio, magari è ammore vero… :sisi:
18 Maggio 2009 il 10:01
Non mi ricordo: l’hanno censurato perchè … ?
18 Maggio 2009 il 10:54
… ma il soldi del biglietto almeno te li sei fatti rimborsare? :rotfl:
flos last blog post..Indovina che succede
18 Maggio 2009 il 12:21
VDQVB, a quanto ne so è stata censurata la locandina a Madrid perché non era specificato che il film è inadatto ai minori di tredici anni, poi nin zo’…
flo, obviously, e mi hanno dato anche una superconfezione di popcorn formato famigghia per scusarsi :sisi: .
18 Maggio 2009 il 15:17
E la cassiera, per caso, il è anche piegata a sette di bastoni per aiutarti a digerire il filmetto? :asd:
La Meringas last blog post..Solo un po’ inalberata
18 Maggio 2009 il 15:24
Mi sa che il mio mazzo di carte napuletane è diverso dal tuo…
18 Maggio 2009 il 15:43
@prosty: certo che è una boiata, ma almeno è una boiata disimpegnata. Solo una cosa è peggio di un pessimo film comico, un pessimo film d autore (Belphagor). 😀
belphagors last blog post..Alla donna che non ho ancora incontrato (?)
18 Maggio 2009 il 16:22
True, anche se non so se Molina sia definibile “autore”, e in effetti la “novità” del treddì ingolosisce un po’ anche me.
20 Maggio 2009 il 17:05
Io il film l’ho visto.Proprio qualche giorno fa.Ho trovato lei particolare come attrice.Ma l’intera storia assolutamente sconclusionata,senza senso,priva di un vero filo conduttore che la rendesse organica.Un’accozzaglia di scene di sesso leggittimate da un copione inesistente.
Bella però la parte narrata con cui si conclude.
Un sorriso.Antonia.
20 Maggio 2009 il 18:09
Eh, alla fine ero già in catalessi… l’ho seguita con meno attenzione… :asd:
12 Gennaio 2011 il 23:35
l’ho visto qualche giorno fa. più che un film un modo per far lavorare una splendida attrice. vabbè.. una splendida femmina.. :boh: