Toys R Us è un supermegamaxistore di giocattoli assai rifornito e imponente. Orbene, un gruppo di brufolosi marmocchi svedesi delle scuole medie (?) ha agguantato carta e calamaio attaccando la compagnia in questione per
captkodak – Toy Lovevia del suo catalogo natalizio infarcito di stereotipi fessi legati ai generi.
Nelle foto dell’opuscolo, i vari regazzini/modelli sarebbero stati immortalati seguendo rigidamente le più vetuste regole che, si sa, vedono i maschi quali iperattivi e caciaroni uligani intenti a sfasciare allegramente sul primo muro a disposizione le loro costosissime e machissime camionette.
Mentre le donzelle sarebbero presentate come esseri alquanto remissivi, impegnati a curare certosinamente le unghie dei piedi delle loro Barbie e dei loro Big Jim, scolpendone gli imponenti ciuffi ed emanando passività a carrettate.
L’insegnante degli avveniristici bimbetti ha spiegato al giornale Smålandsposten (in pratica l’equivalente del nostro Il Fatto Quotidiano) che questa lamentela sarebbe il risultato di due anni di duro lavoro di gruppo attorno ai ruoli maschili e femminili.
Secondo l’autorevole tredicenne Hannes Psajd, lui e la sua sorellina gemella avrebbero da sempre disinvoltamente condiviso gli stessi giocattoli, con profitto. Inoltre esisterebbe una sorta di effetto psicologico scoraggiante nel vedere una pubblicità con una ragazzina intenta a usufruire di un arnese giocattoloso che, se presentato diversamente, potrebbe benissimo fare la felicità anche di un rude maschietto.
Una parte di me dice: “Ecchecazzo, ancora con questi stereotipi ammuffiti nel 2009?”. Ma un’altra urla selvaggiamente la sua perplessità: ma siamo sicuri che se questi implumi fanciulli non venissero indirizzati dalla società malvagia verso i rispettivi, tradizionali tipi di giocattoli, non finirebbero forse per fare (nella maggior parte dei casi) scelte simili a quelle grossolamente fotografate dalla multinazionale cattiva in questione?
Cioè i maschi a fare pucci pucci con i loro supereroi dai grossi tricipiti armati fino ai denti e le femminucce a baloccarsi assieme alle principesse giocattolo dotate di cucine monumentali sbriluccicose?
(Piccoli) uomini e (piccole) donne, dopotutto, hanno esigenze e cervelli diversi e crescono diversamente, reagendo in maniera differente ai vari stimoli che la vita e le ddjoghe propongono loro. E forzarne l’uguaglianza assoluta sin dalla culla sa un po’ di propaganda veterofemminista degli anni d’oro…
9 Ottobre 2009 il 8:19
si e no, secondo me.
Senza questi stereotipi sono comunque convinta che maschi e femmine giocherebbero in modo diverso e con giocattoli diversi. Però allo stesso tempo se una bimba come me da piccola chiedesse per tre volte a babbo natale il camper delle micro machines magari glielo comprerebbero e lei ne sarebbe felice (questo non significa che la cosa mi abbia creato chissà quali problemi psicologici, sono sopravvissuta benissimo lo stesso)
.-= paleomichi´s last blog ..Shock =-.
9 Ottobre 2009 il 10:19
Ti citerò un divertente studio degli anni 70: nei kibbutz commmmmmmmunisti di Israele dei tempi d’ oro, oltre a crescere tanti piccoli coloni e colone cazzuti/e, i bambini venivano allevati nella più perfetta parità di condizioni fra uomini e donne, ogni “deriva sessista”, era impedita rapidamente. Stessi giochi, stessi vestiti, stesso rancio, stesso tutto.
Un bel giorno uno psicologo sociale arriva in un kibbutz, piglia dieci bambini e dieci bambine, li mette in una stanza per qualche giorno, e da loro la possibilità di manipolare e giocare con un sacco di giochi diversi, alcuni più “maschili”, altri più “femminili”. Lo strizza non fa alcunchè, osserva e basta. Scommetto che puoi indovinare dove va a parare la storia: nonostante l educazione fermamente impostata all’ egulitarismo sessuale, dopo qualche giorno le femminucce erano in maggioranza intente a bambole e vestiti, i maschietti a camion e similia.
9 Ottobre 2009 il 10:20
@paleomichi: eh, Babbo Natale è un po’ duro d’orecchi (l’età, l’alcol…), bisogna portare pazienza :sisi: .
9 Ottobre 2009 il 10:24
@belphy, come zozpettavo, comunque l’idea di sottrarre i binbi all’influsso malevolo delle famiglie d’ordinanza non è così male… :sisi:
12 Ottobre 2009 il 14:21
Mi sa che tu non sei mai entrato dentro il negozio in questione…io con due pargole magari lo faccio più spesso, e di base è abbastanza ributtante la segregazione sessuale che vi regna. E soprattutto non c’è uno che sia uno giocattolo di legno…
.-= la Meringa´s last blog ..Un’offesa val bene, anzi troppo. =-.
12 Ottobre 2009 il 14:49
:proud:
21 Ottobre 2009 il 13:42
forse la soluzione sta nel proporre giochi a maschi e femmine senza barriere preconcettuali e vedere come si comportano. è vero che i maschietti sono diversi dalle femminucce, ma è anche vero che ognuno ha un carattere a sè, no?
nel dubbio, decidere noi per loro impedendogli di conoscere giochi che magari li stimolerebbero mi sembra la scelta più sbagliata possibile.
21 Ottobre 2009 il 14:14
Yesss, se procreassi :sborone: farei così.