«Ogni volta che ti ho tradito con i tuoi amici, con i tuoi superiori nell’esercito, con i tuoi allievi, con l’elettricista e l’idraulico, era sempre per venirti incontro. Solo a te mi rivolgevo, persino quando urlavo». Ilana
La scatola nera è una delle opere narrative più forti e riuscite di Amos Oz, capace di mostrare gli aspetti più diversi e feroci del rapporto di coppia e della società israeliana, allo stesso tempo. Si tratta di un romanzo epistolare, insomma roba un po’ “fuori tempo massimo”, considerato l’uso di un espediente (quello dello scambio delle lettere) che fa quasi tenerezza in un’epoca di e-mail, instant messaging, Twitter ed SMS come se piovesse.
Va precisato che l’anno in cui si svolgono le vicende narrate è il 1976, alla vigilia di una delle svolte politiche più note e importanti della storia politica dello Stato israeliano, segnata dalla sconfitta del partito laburista e dalla salita al potere del Likud guidato da Menahem Begin (c’è chi, forse drogandosi, ha individuato nel libro dello scrittore sionista ben più di un riferimento simbolico a questi avvenimenti). La scelta stilistica un po’ retrò di Oz si rivela comunque efficace nel rendere al meglio le continue accuse, gli ingarbugliati capovolgimenti di fronte e i lucidi tentativi di arrecare più danno possibile, psicologicamente ma non solo, all’avversario in difficoltà (che poi sarebbe l’altro coniuge, principalmente… ma tutti i personaggi del romanzo sembrano inclini ai colpi bassi).
Lo stesso disconoscimento del figlio Boaz – episodio inizialmente avvolto da nubi misteriose, ma che si andrà chiarendo nel corso della lettura – è da interpretare come una gravissima offesa che il ricco e probabilmente grassissimo intellettuale (insigne studioso di fanatismi religiosi) intende fare all’ex moglie, Ilana. La scatola nera del titolo è un simbolo, suggestivo, fortissimo di una catastrofe familiare, della quale non restano appunto che la testimonianza data da queste lettere gravide di cattiveria, foriere di odio furibondo, che si susseguono serrate, avvolgendo l’incauto telespettatore.
Ad allentare un po’ la catena dell’astio fra i due protagonisti intervengono altri scorbutici personaggi, anch’essi meritevoli di essere odiati, come Michael – “Palla umana“ per gli amici –, secondo marito di lei, sefardita e appassionato osservante (e che ovviamente si contrappone in qualche modo alla figura di Alec, cinico intellettuale ashkenazita); inoltre, alcuni passaggi quasi umoristici, soprattutto i deliziosi telegrammi tra lo studioso e il suo pittoresco azzeccagarbugli; e ancora le lettere sgrammaticate, i ragionamenti contorti e la volgare irrequietezza dell’insofferente Boaz – capace di rivolgersi a sua madre invitandola ripetutamente a far sfoggio di sé desnuda sulla Cristoforo Colombo –, il quale pare ormai avviato in modo preoccupante verso un’esistenza da sbandato o una partecipazione a qualche futuro (e particolarmente ignorante) reality; infine, sullo sfondo, le maniacali analisi e le considerazioni sul fondamentalismo religioso (per la cronaca, Oz è un sionista liberale, convinto che entrambe le parti – quella israeliana e quella palestinese, cioè – abbiano ragione e torto più o meno in egual misura, nonché un sostenitore della soluzione dei due Stati chiusi nei confini antecedenti la guerra del ’67).
I contatti tra i due ex coniugi riprendono con un pretesto dopo un periodo di silenzio («La vera ragione che mi ha condotto a scriverti la seconda lettera, era il desiderio di mettermi nelle tue mani. Non l’avevi capito?»), ma è come se non si fossero mai interrotti, in quanto entrambi hanno continuato ad alimentare il rancore reciproco durante l’intervallo (un po’ quello che fanno israeliani e palestinesi nei momenti di tregua…).
Alec e Ilana sono evidentemente necessari l’uno all’altra: in un mondo fatto di solitudine, di estranei e di fanatici, un punto di riferimento familiare verso il quale incanalare senza troppe formalità la cattiveria in eccesso e la rabbia repressa appare evidentemente quasi indispensabile, oggidì. Verrebbe da parlare di sindrome di Stoccolma, quella singolare condizione psicologica per la quale le vittime di un abuso tendono a manifestare sentimenti positivi nei confronti dei propri carnefici, talvolta senza essere più in grado di escluderli emotivamente, accettando la separazione delle rispettive carriere.
3 giugno 2007 at 17:43
La mia prof delle superiori di storia era innamorata di Amos Oz. Che tutto sommato è un grande.
3 giugno 2007 at 18:51
L’ho letto anch’io, qualche anno fa, quando ancora non ero pienamente in grado di comprenderne il significato. Lo rileggerò. Presto.
3 giugno 2007 at 22:20
eh sisi verissimo! la ventola è insopportabileeeeeeee
3 giugno 2007 at 22:21
grazie per la dritta letteraria
anecòico [CattivaMaestra]
3 giugno 2007 at 22:42
una scatola nera da decifrare come nei disastri aerei. mi ha colpito la fine, in cui le due lettere, quella che alec scrive a sommo, e quella che ilana scrive a sommo, tendono “inspiegabilmente” ad assomigliarsi.
4 giugno 2007 at 6:50
Mai letto niente di Oz. Inizierò da questo libro
4 giugno 2007 at 7:08
Dopo Comma 22, penso sarà il mio prossimo acquisto. Simo
4 giugno 2007 at 8:17
Di sicuro la recensione merita. anche se non l’ho letta.
4 giugno 2007 at 8:29
Sì, Stefano, merita
4 giugno 2007 at 8:51
Scusa ABS, non ho modo di leggere il lungo post, ma ci tenevo a lascairti un abbraccio. Ti ho visto preoccupato per me nel tuo ultimo commento da me, ma sta tranquillo, ogni tanto riemergo. E soprattutto non affondo…MAI!
Baci, Miai
4 giugno 2007 at 8:54
Ancora non sono riuscita a leggere nulla di Oz. Lo vedo in libreria, lo sfoglio e poi inesorabilmente non lo porto a casa con me… Prima o poi dovrò proprio farlo. Grazie della bella recensione
4 giugno 2007 at 9:00
Mi hai fatto venire voglia di leggere questo libro…
4 giugno 2007 at 9:11
mi sono solo trasferita. e pensa che te ci sei gia’passato dal nuovo.la forma delle nuvole mi aveva stancato e soprattutto non mi sentivo libera di scrivere.liz.
4 giugno 2007 at 9:37
LettriceM, stessa cosa… solo che alla fine me ne hanno regalati tre e mi sono deciso a leggerli!
(OT) annalisa, ma è diversissimo… da solo non ci sarei mai arrivato!
4 giugno 2007 at 10:18
erendira? ottima idea, lo leggerò al più presto. magari DOPO aver letto la scatola nera, visto che la tua recensione mi ha proprio incuriosito. Passerò spesso a cercare altre recensioni, sono sempre in cerca di buoni libri!
4 giugno 2007 at 12:00
hai letto il suo “mattoncino” Una Storia d’amore e di tenebra? Stupendo! E lui è un uomo profondamente affascinante…
4 giugno 2007 at 13:16
No, dontyna, quello ancora non me l’hanno regalato… sarà per il prossimo compleanno/cresima/comunione ecc. :]
4 giugno 2007 at 14:03
Quindi se utilizzassi la frase ad inizio post come scusa tu mi garantisci che andrà tutto bene?
4 giugno 2007 at 17:52
l’avevo letto anche io, ma non mi era piaciuto per niente, mi irritavano i personaggi, il che probabilmente era anche lo scopo dell’autore.
4 giugno 2007 at 19:06
Tanto di cappello alla tua recensione..
4 giugno 2007 at 20:25
Ah però, simpatica questa “Ilana”!
Adesso me la segno… lol
4 giugno 2007 at 22:51
il titolo del post mi è piaciuto parecchio!
5 giugno 2007 at 7:15
ho letto solo due libri di Oz, “storia di amore e di tenebra”, che ho trovato struggente e bellissimo e “la scatola nera”, che mi ha profondamente infastidito, forse perché non sono riuscita ad amare nessuno dei personaggi.
ed è solo questo senso di fastidio che rimane alla mente ed allo stomaco, la sensazione di sbirciare in una vasca di squali.
5 giugno 2007 at 8:52
non leggo un libro da piùà di due mesi…
che vergogna.
5 giugno 2007 at 13:23
Lo trovo interessante…
Grazie della chicca…
5 giugno 2007 at 15:27
Recensione efficacissima.
5 giugno 2007 at 15:42
Io le lettere le scrivo ancora. hanno un fascino che nessun’e-mail riuscirà mai ad eguagliare.
Bella recensione!
5 giugno 2007 at 17:06
Avvincente!!!!
Eh si..si direbbe che è proprio sindrome di Stoccolma, quella chelega a doppio filo i protagonisti.
Tremenda la citazione iniziale!!!
Solo al pensiero di subire mortificazioni simili, ma “fatte per il bene dell’altro”, viene da rabbrividire!!!
5 giugno 2007 at 17:10
Guarda per avermi fatto venire voglia di leggere in ‘sto periodo pieno di cacca e pannolini, non è nemmeno troppo pallosa come recensione!
6 giugno 2007 at 7:24
Twitter è così demodè…
6 giugno 2007 at 11:12
ciao grazie per il tuo commento…ottimo il tuo blog.assolutamente teniamoci vivi
ciao giulio
http://giulio-stevanato.splinder.com
6 giugno 2007 at 17:21
ot: Ho lasciato un commento al tuo post su rui barros
(lo dico perché è bellsiimo e non volevo finisse ignrato)
6 giugno 2007 at 17:36
(ottì) Vero vero… gran commento.
Voto C, comunque il l’uccellino di Rui Barros apparve davvero, lo giuro su Del Piero.
14 luglio 2009 at 22:14
madò, come passa il tempo…!
.-= Saamaya´s last blog .."OGGI SCIOPERO CONTRO IL DDL ALFANO" =-.