L’afflusso in Italia di ingenti quantitativi di stranieri (fonte: le mie pupille) pone dei grassi problemi di integrazione. Far finta che essi non esistano — in base al pensierino da terza elementare: “siamo tutti uguali in quanto esseri umani, quindi basterebbe che tutti si impegnassero a fingere di non
Perolo Orero – yes, we can (jump)vedere che gli stranieri sono tali, con le loro diversità culturali ecc., trattandoli come se fossero italiani, anzi, dai, non facciamo i razzisti… diciamo cittadini del mondo come noi” — non aiuta.
A mio avviso gli stranieri si integrano se si isolano e vengono aiutati a isolarsi il meno possibile. Se esistono comunità a parte, floride Chinatown, microcosmi che riproducono per filo e per segno i Paesi di provenienza, usi, lingue e costumi, senza nessuna contaminazione, da un lato e dall’altro, non è buono. Gli stranieri continueranno a venir visti con diffidenza dagli italiani (e non perché lo dice la Lega, almeno non principalmente, ma perché è nella natura umana: prova ne sia che è un fenomeno che si verifica e si è sempre verificato a tutte le latitudini e le longitudini). E viceversa essi si sentiranno discriminati e proveranno risentimento verso noi maledetti opulenti stronzi viziati.
Per questo motivo non riesco a indignarmi come da manuale d’istruzioni per l’idea dell’orribilissima ministra Gelmini di mescolare artificiosamente figli di italiani e di stranieri (= marmocchi non generati sull’italico suolo, il 63% circa secondo le statistiche). Ovviamente non è certo questa la soluzione a tutti i mali ultraterreni, diciamo che evitare di fare riforme che peggiorino la situazione della sQuola ogni pochi anni potrebbe essere un buon punto di partenza.
Non riesco a indignarmi perché non si tratta di marchiare a fuoco le tenere pelli di questi candidi biNbi, di straziare loro le impronte digitali innocenti murandole vive in archivi senza scrupoli, o di sottoporli a orribili torture, tipo costringerli ad ascoltare ripetutamente l’ultima canzone di Elisa e del fesso dei Negramaro. Ma solo di distribuirli (fascistissimo verbo, me ne rendo conto) nelle varie classi in modo che, invece di stiparne ventiquattro in un’aula (microcosmo) e zero nelle altre due immediatamente confinanti, se ne abbiamo (inenarrabile violenza che, ok, sottende al più bieco dei padanazirazzismi) otto per ognuna delle tre classi. (Inutile parlare dei contraccolpi psicologici che questa antidemocratica decisione — spacciata per banale provvedimento organizzativo — avrà sulle loro piccole e impressionabili menti, berlusconizzandole a vita).
Resta il problema dei poveri bambini eccedenti il tetto del 30%. A essi verrà ovviamente negato ogni diritto allo studio e saranno quindi costretti a cucire miniature del Duomo di Milano autosanguinanti per le multinazionali meno morigerate. (Ok, il ministero sostiene di star elucubrando flessibilità, creazioni di nuove classi + convenzioni con gli enti locali che si occuperanno degli spostamenti, assicurando che l’eventuale problematica interesserà un numero ridotto di blabla, ma obviously è matematicamente impossibile che qualcosa di simile possa avvenire ed è chiaro che i pargoli in esubero verranno trasformati di soppiatto in gustosi croccantini per l’esultanza dei nostri sempre più obesi animali domestici…).
12 Gennaio 2010 il 2:13
Lo 0% sarebbe meglio. O no?
Ora risolvimi con l’aiuto della Gelmini questo problema: alla Lombardo Radice di Milano ci sono 93 iscritti stranieri su 96 (solo tre italiani). Come si fa per rispettare il tetto del 30%. Facciamo una scuola con i 3 alunni italiani ed estraiamo a sorte lo straniero che può restare?
Davvero mi incuriosiscono gli allergici alle ideologie che non riescono a distingure un provvedimento che non ha niente di concreto e tutto di ideologico. Un giorno me ne farò una ragione.
Posso dire che il provvedimento è peggiorativo della situazione per tanti e fondati motivi e non perché la Gelmini mi sta sul cazzo?
.-= demopazzia´s last blog ..Balla coi bachi =-.
12 Gennaio 2010 il 2:39
Quello che mi interessa è il **principio**: figli di italiani sempre insieme con un po’ di stranieri iz better che “random” (quindi, col rischio/certezza che si creino microcosmi o ghetti).
È ovvio che ogni grande decisione di questo genere poi comporti dei problemi pratici – grandi, piccoli e immaginari – nella sua attuazione (che a me sembra vengano agitati, vedi articolo di Telese, un po’ strumentalmente per negare la non malvagità dell’idea, secondo me in modo ideologico ebbene sì :asd: ).
Mi risulta che prima queste questioni “organizzative” fossero di competenza delle singole scuole, mentre ora la cosa verrebbe imposta dall’alto, con ciò che ne consegue (quindi accorpamenti e spostamenti vari tra scuole diverse, immagino). Nel caso di specie (che è proprio uno nei quali il provvedimento cade a fagiuolo, dato che quella scuola, di fatto, è un ghetto) la Gelmini ha già risposto dalla Annunziata (avevo semi-incorporato psichedelicamente la nius a fine post):
(ANSA) – ROMA,10 GEN -Gli studenti stranieri che saranno in sovrannumero nelle classi (oltre il tetto del 30%) potranno essere trasferiti in altri plessi scolastici.
A questo scopo, il ministero dell’istruzione sta pensando a convenzioni con gli enti locali che si occuperanno degli spostamenti. Lo ha detto il ministro Mariastella Gelmini, a Mezz’ora su Rai3, assicurando che l’eventuale problematica interessera’ un numero ridotto di scuole.
——–
Evidentemente potranno esserci deroghe, “trasfusioni” di alunni tra scuole e quant’altro, o almeno mi pare la cosa più logica.
12 Gennaio 2010 il 3:03
Infatti hai ragione l’idea non è malvagia. In un mondo perfetto tutti saremmo distribuiti omogeneamente. Anche i bambini nelle classi. Nel mondo perfetto di qualcun altro i bambini “diversi” non esisterebbero nemmeno. Non voglio avere ragione vorrei solo farti notare come entrambi siano utopie e i provvedimenti che fanno credere realizzabili queste utopie sono ideologici, artificiali, filosofeggianti. Tutto il contrario di quelli che, come te, dicono di preoccuparsi della realtà dei fatti. La realtà dei fatti è molto più complessa di cosi. Ma evidentemente intervenire sulle cause che li creano i ghetti non interessa a nessuno. Ci interessa solo spazzare il sudicio (i bambini di troppo) sotto il tappeto. Questo si è molto pragmatico.
.-= demopazzia´s last blog ..Balla coi bachi =-.
12 Gennaio 2010 il 3:14
Bof, semplicemente non mi pare che questo provvedimento spazzi i bambini stranieri sotto il tappeto, anzi… francamente mi sembra retorica da centro sociale 🙂 .
Come detto su facebook, se ho due classi una con venti bambine e l’altra con venti ragazzini e le mischio è sessismo? Non credo proprio… A noi alle elementari, per un po’ di tempo quelle stronze delle suore ci misero alternati nei banchi, maschi e femmine: all’inizio non mi piaceva, perché avrei preferito stare con un maschio e parlare tutto il tempo di calcio e di robot. Col senno di poi invece credo che ci avessero visto giusto: aiuta a socializzare superando le differenze biologiche e di educazione. E per stranieri e italiani penso possa valere un discorso simile.
Che poi la Lega sia razzista è vero ed evidente, ma non vedo perché tocchi ribadirlo ogni volta che si respira se non si critica il governo, oppure dire che tutto fa per forza schifo, anche se non risponde a realtà. Ora ci tocca questo, e bon. Insomma, a volte si può restringere il campo visivo, discutere anche del particolare di un quadro (= una singola questione), senza per forza continuare a ripetere invariabilmente (secondo me in modo un po’ stucchevole) “eh ma il quadro non è bello”.
12 Gennaio 2010 il 9:35
Sai, io vorrei sposarti e fare un sacco di bambini a colori :cheers:
Però poi dovrei ucciderti o internarti per potermi appropriare dei tuoi innumerevoli siti … :kiss:
12 Gennaio 2010 il 11:13
Quando ero all’Iti su 3000 studenti c’erano solo 10 femmine. Effettivamente anche a me sarebbe piaciuto che avessero mandato in un altra scuola 2980 studenti per pareggiare i conti. Certo io sarei stato tra quei 10 che rimanevano ovvio.
Noto che continui a non rispondere alle questioni che sollevo e invece rispondi a obiezioni fatte da altri in altre sedi. So che è più facile rispondere allo “sbroccotronico” ma io non ho mai detto che non è giusto in una scuola cercare di evitare che in una classe siano tutti stranieri e in una classe tutti italiani. Il concetto mi va bene di se applicato in singole scuole. Esattamente come l’esempio che hai fatto tu. Comincia a sembrarmi assurdo e irrealizzabile quando si cerca di applicarlo a tutto il territorio nazionale e si scarrozzano bambini a destra e a manca per far tornare i conti. (Visto non ho usato “deportare” :mmh?: ) E scusa se non mi rassicurano le approssimative indicazioni di flessibilità del ministero, ma un po’ di esperienza di rigidità della burocrazia scolastica ce l’ho. Mica è colpa della Gelmini. Colpa della Gelmini è agire come se nulla fosse.
Che poi il 30% è un tetto alto. Pensa se ai leghisti dicessero che in Italia ci possono stare fino al 30% di stranieri. Se la impalerebbero la Gelmini. Quindi ripeto non è la lega in questo caso il problema.
.-= demopazzia´s last blog ..Balla coi bachi =-.
12 Gennaio 2010 il 11:57
È un tentativo di integrazione forzata, con l’obiettivo di eliminare le diversità altrui agendo sui bambini. Diversità che vengono percepite non come una ricchezza ma come un rischio per la “razza italiana”.
Anche gli stupri etnici fanno integrazione
12 Gennaio 2010 il 12:24
Ti ringrazio tantissimo Paolo!
Una risata così grassa dopo aver letto il tuo commento erano anni che non mi veniva!
Cordialità
Attila
.-= Attila´s last blog ..Quando il babbo fa bum =-.
12 Gennaio 2010 il 13:55
Pupazza, innumerevoli siti? :asd:
demopazzia, dai, non facciamo il giochino “non mi hai risposto”… :asd: (La risposta la trovi sopra: interazione tra scuole, deroghe, flessibilità). Il tetto è altino (stranieri ce ne sono tanti, e si danno da fare in camera da letto :bed: ), ma appunto a naso dubito che nella maggior parte delle classi verrà sforato, e forse nemmeno avvicinato (per un po’). Mi pare di aver capito dal discorso della Gelmini che saranno possibili deroghe (= se per realizzare questa mescolanza un bambino di Lampedusa dovrà essere portato a Cinisello Balsamo non si farà, poi ovviamente sto già lucidando i fazzoletti per l’articolo scùb di Luca Telese in cui racconta la storia di qualche figlio di cinesi appena arrivati in Italia, ma che sa l’italiano meglio di Umberto Eco :asd: , deportato da una scuola all’altra e infine rispedito solingo stiile pacco postale a Shangai perché eccede la quota del 30% :asd: ).
Scherzi a parte, non è che difenda a prescindere il provvedimento, anzi (però spero che venga giudicato nella pratica non solo in base alle testimonianze dell’Antefatto, del Manifesto o di un singolo strabravissimo che lavora nel settore 🙂 ). Sono convinto che se ben applicata possa essere una risposta giusta (o comunque di buonsenso, accettabile) a istanze “razziste” (di genitori, di destra, centro e sinistra, che non vogliono che i loro bambini stiano con quelli stranieri in quanto stranieri… fatto sta che così finirebbero per starci e scongiurerebbero solo il “rischio” di vedere il loro pargolo da solo con venti e passa extracomunitari)(i pidiellini saranno malvagi ma, chissà come mai, continuo a dubitare che a chi eccede le quote venga negato il diritto allo studio… 😉 ).
12 Gennaio 2010 il 14:01
Paolo, non vedo come distribuire i bambini nelle aule (invece di avere, nella pratica, classi ghetto = risposta troppo utopistica e filosofica ai problemi di integrazione), elimini (addirittura) le diversità.
Mi appare più come un arricchimento/scambio collettivo. Che sarebbe più difficile se, per non fare i razzisti, si avessero classi solo di italiani e solo di stranieri (perché se si verifica questo, e gli italiani non iscrivono i propri pargoli alle scuole piene di stranieri, vuol dire che c’è un po’ di gente anche “di sinistra” che fa la splendida e la moralista su internet, dove non costa niente farlo, o anche fuori dal web, ma poi il figlio cerca di farlo studiare dove ci sono soprattutto italiani… e questo deriva appunto dal fatto che in tutte le società esiste una naturale, antropologica ostilità verso gli stranieri, aspetto che non si può eliminare semplicemente con propositi utopistici perché è qualcosa di così profondamente radicato al nostro interno e che emerge a livello inconscio; e quindi non si elimina con un “puff!”, con generiche e isolate manifestazioni di volontà, ma ci vuole un lavoro più complesso, lungo e profondo, e occorre fare qualche compromesso lungo il tragitto).
Le diversità (culturali, educative, di lingua), poi, ci sono, perché negarlo? Se mi accorgo che un uomo “di colore” è “di colore”, non sono razzista, ma semplicemente non sono cieco. Stessa cosa nel caso di migliaia di cinesi vengono in Italia per stare in tante Chinatown, senza cercare di avere alcun contatto con le altre comunità, italiane o non che siano: possono rappresentare un problema perché non si integrano (e qui riviene fuori l’ostilità di cui sopra, da ambo le parti… se invece fin da piccoli cominci ad amalgamarli, se il “bambino cinese” viene percepito come un compagno di scuola e non come “uno tutto strano che si isola tra i suoi simili”, e viceversa…).
Di cose forzate nella nostra vita ce ne sono tante: lavorare, essere educati con gli altri… la società ci forza ad andare a scuola da piccoli: mi sembra sinceramente una violenza molto più grande di una semplice decisione organizzativa sul come comporre le classi 🙂 .
12 Gennaio 2010 il 15:40
Ah, poi dimentichi (ma non avendo figli è ovvio che tu ne sappia poco o addirittura un’emerita cippa), che le prime classi elementari, ad esempio, sono formate con i suggerimenti delle maestre dell’asilo di provenienza (quando si tratta di uno stesso plesso scolastico tra materna ed elementare). La maestra fa una valutazione di ogni elemento (bambino, italiano e non) caratteriale e didattica e suggerisce possibili abbinamenti di bambini, gruppi etc. E questo INDIPENDENTEMENTE dal colore della loro pelle o dal fatto che provengano da paesi sventuratamente europei desinenti in – IA. La questione delle percentuali in un paese come quello dove vivo io è completamente inapplicabile. E questo perché in alcune classi si raggiunge anche il 40 % di bambini stranieri. Ma io una cosa volevo dirti, caro luigino (il mio zio luigino mi portava le giuggiole di zucchero tutte le domeniche quando ero piccola), che purtroppo sparando cifre a casaccio e senza piani alternativi non si risolve il problema. Se di problema si tratta. Diciamo piuttosto che questo paese non conoscerà il significato della parola integrazione finché gli stranieri, gli extracomunitari, i non italiani o come cazzo vogliamo chiamarli, verrano qui a fare gli schiavi. Sappiamo come si chiama. E non è certo integrazione.
.-= la meringa´s last blog ..NotiziONE =-.
12 Gennaio 2010 il 15:41
E preciso: verranno qui a fare gli SCHIAVI e non a realizzarsi come esseri umani dotati di intelletto. Come molti italiani vanno a fare all’estero. Per esempio. Magari in giacca e cravatta e non con vestiti stracciati o di ventesima mano.
.-= la meringa´s last blog ..NotiziONE =-.
12 Gennaio 2010 il 15:56
Guarda che la frase ad effetto era la prima … (uomini :nonono: )
12 Gennaio 2010 il 16:06
Vallo a dire alla mamma (Berluzzoni non le sta simpatico da quanto ne so, eh) che su facebook si diceva d’accordo con questo provvedimento 😉 .
Babbene, spero che in qualche modo questi suggerimenti (che evidentemente essendo tali sono un qualcosa di “blando”) rimangano.
Ora però tu spiegami cosa c’è di razzista o sbagliato nel cercare di avere [1] tre classi con otto figli di cinesi appena arrivati in Italia cadauna, anziché una classe con ventiquattro figli di cinesi (che se stanno sempre tra di loro avranno più difficoltà a integrarsi) e altre due con ventiquattro figli di italiani o stranieri già integrati.
[1] Pure con le inevitabili difficoltà attuative che secondo me vengono ingigantite e sventolate strumentalmente per negare la non malvagità dell’idea, secondo me in modo ideologico – mi cito visto che sorvoli le mi risposte a obiezioni simili nei precedenti commenti – il singolo caso non fa statistica mi dispiace.
Nemmeno con le sbroccate idealistiche e utopistiche di chi finge che un bambino cinese di solito sappia l’italiano meglio di Eco e che gli stranieri si integrino per magia vivendo blindati nei loro microcosmi, cara meringhina.
Perché ovviamente io sono favorevole allo schiavismo :smug: .
Mi riquoto: Che poi la Lega (e non solo) sia razzista è vero ed evidente, ma non vedo perché tocchi ribadirlo ogni volta che si respira se non si critica il governo, oppure dire che tutto fa per forza schifo, anche se non risponde a realtà. Ora ci tocca questo, e bon. Insomma, a volte si può restringere il campo visivo, discutere anche del particolare di un quadro (= una singola questione), senza per forza continuare a ripetere invariabilmente (secondo me in modo un po’ stucchevole) “eh ma il quadro non è bello”.
12 Gennaio 2010 il 16:10
Pupazza, ho letto, ma purcioppo (credo, spero :look: ) non sono più sul mercato, quindi dovrai rivolgerti al solito prepuzione nazionale… :asd:
12 Gennaio 2010 il 17:54
Felice per te, prostatina :cheers:
Lo vendi a quanto al chilo, il Prep.Naz. ? :asd:
12 Gennaio 2010 il 18:23
Sinceramente l’idea della Gelmini non è che mi entusiasmi più di tanto.
Premesso che, per esperienza personale, ho notato nei contesti con classi con una percentuali di stranieri superiori alla metà, c’è un’effettiva difficoltà nella didattica, il provvedimento in questione mi sembra proponga una soluzione abbastanza semplicistica.
Prima cosa, mi piacerebbe sapere cosa s’intende per alunni “stranieri” (cioè come li definisce esattamente il provvedimento).
Poi, vorrei capire, se tutto ciò è accompagnato da una strategia d’integrazione e didattica, atta a favorire l’integrazione e l’apprendimento di tali alunni stranieri oppure no.
Perchè potrei anche essere daccordo, se uno mi dicesse: “Ok, per risolvere la situazione propongo A), B) e C). Per favorire A), B) e C), occorre il limite del 30%”.
Se, invece, si cerca di convincermi che il 30% è la soluzione del male, ciò mi puzza di stronzata.
Saluti
12 Gennaio 2010 il 18:42
CONVENZIONE-QUADRO PER LA PROTEZIONE DELLE MINORANZE NAZIONALI 1° febbraio 1995
Gli Stati membri del Consiglio d’Europa e gli altri Stati firmatari della presente Convenzione-quadro, hanno convenuto che
– considerando che il fine del Consiglio d’Europa è di realizzare una unione più stretta tra i suoi membri al fine di salvaguardare e di promuovere gli ideali ed i principi che costituiscono il loro comune patrimonio;
– considerando che uno dei mezzi di realizzare tale fine è la salvaguardia e lo sviluppo dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
desiderando dar seguito alla Dichiarazione dei capi di Stato e di governo degli Stati membri del Consiglio d’Europa adottata a Vienna il 9 ottobre 1993;
risoluti a proteggere l’esistenza delle minoranze nazionali sui loro rispettivi territori;
-considerando che gli sconvolgimenti della storia europea hanno mostrato che la protezione delle minoranze nazionali è essenziale alla stabilità, alla sicurezza democratica ed alla pace del continente;
-considerando che una società pluralistica e veramente democratica deve non solo rispettare l’identità etnica, culturale, linguistica e religiosa di ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale, ma anche creare delle condizioni adatte a permettere di esprimere, di preservare e di sviluppare questa identità;
-considerando che la creazione di un clima di tolleranza e di dialogo è necessaria per permettere alla diversità culturale di essere una fonte, oltre che un fattore, non di divisione, ma di arricchimento per ogni società;
-considerando che lo sviluppo di una Europa tollerante e prospera non dipende solo dalla cooperazione tra Stati ma si fonda anche su di una cooperazione transfrontaliera tra collettività locali e regionali rispettose della costituzione e dell’integrità territoriale di ogni Stato;
-tenendo in considerazione la Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libertà fondamentali ed i suoi Protocolli;
-tenendo in considerazione gli impegni relativi alla protezione delle minoranze nazionali contenuti nelle convenzioni e dichiarazioni delle Nazioni Unite nonché nei documenti della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, specialmente quello di Copenaghen del 29 giugno 1990;
-risoluti a definire i principi da rispettare e le obbligazioni che ne derivano per assicurare, in seno agli Stati membri e agli altri Stati che diverranno Parti del presente strumento, la protezione effettiva delle minoranze nazionali e dei diritti e delle libertà delle persone appartenenti a queste ultime nel rispetto del primato del diritto, dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale;
-essendo decisi a realizzare i principi enunciati nella presente Convenzione-quadro a mezzo di legislazioni nazionali e di politiche governative appropriate,
hanno convenuto quanto segue:
(…)
Art. 5
1 Le Parti si impegnano a promuovere le condizioni adatte a permettere alle persone appartenenti a minoranze nazionali di conservare e sviluppare la loro cultura, nonché di preservare gli elementi essenziali della loro identità, cioè la loro religione, la loro lingua, le loro tradizioni ed il loro patrimonio culturale.
2 Senza pregiudizio delle misure prese nel quadro della loro politica generale d’integrazione, le Parti si astengono da ogni politica o pratica tendente ad una assimilazione contro la loro volontà delle persone appartenenti a delle minoranze nazionali e proteggono queste persone contro ogni azione diretta ad una tale assimilazione.
Art. 6
1 Le Parti si preoccuperanno di promuovere lo spirito di tolleranza ed il dialogo interculturale, e di adottare delle misure efficaci per favorire il rispetto e la comprensione reciproci e la cooperazione tra tutte le persone che vivono sul loro territorio, quale che sia la loro identità etnica, culturale, linguistica o religiosa, specialmente nei settori dell’educazione, della cultura e dei mezzi di comunicazione di massa.
2 Le Parti si impegnano ad adottare tutte le misure appropriate per proteggere le persone che potrebbero essere vittime di minacce o di atti di discriminazione, di ostilità o di violenza in ragione della loro identità etnica, culturale, linguistica o religiosa.
(..)
Art. 9
1 Le Parti si impegnano a riconoscere che il diritto alla libertà di espressione di ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale comprende la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee nella lingua minoritaria, senza ingerenza delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiere. Nell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa, le Parti si preoccuperanno, nel quadro del loro sistema legislativo, affinché le persone appartenenti ad una minoranza nazionale non siano discriminate.
2 Il primo paragrafo non impedisce alle Parti di sottoporre ad un regime di autorizzazione, non discriminatorio e fondato su criteri obiettivi, le imprese di radio sonora, televisione o cinema.
3 Le Parti non ostacoleranno la creazione e l’utilizzazione di mezzi di comunicazione di massa scritti da persone appartenenti a minoranze nazionali. Nel quadro legale della radio sonora e della televisione, esse si preoccuperanno, per quanto possibile e tenuto conto delle disposizioni del primo paragrafo, di accordare alle persone appartenenti a minoranze nazionali la possibilità di creare ed utilizzare i loro propri mezzi di comunicazione di massa.
4 Nel quadro del loro sistema legislativo, le Parti adotteranno delle misure adeguate per facilitare l’accesso delle persone appartenenti a delle minoranze nazionali ai mezzi di comunicazione di massa, per promuovere la tolleranza e permettere il pluralismo culturale.
Art. 10
1 Le Parti si impegnano a riconoscere ad ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale il diritto di utilizzare liberamente e senza ostacoli la propria lingua minoritaria in privato come in pubblico, oralmente e per iscritto.
2 Nelle aree geografiche di insediamento rilevante o tradizionale delle persone appartenenti a minoranze nazionali, allorché queste persone ne fanno richiesta e quest’ultima risponde ad un reale bisogno, le Parti si sforzeranno di assicurare, in quanto possibile, delle condizioni che permettano di utilizzare la lingua minoritaria nei rapporti tra queste persone e le autorità amministrative.
3 Le Parti si impegnano a garantire il diritto di ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale di essere informata, nel più breve termine, e in una lingua che ella comprende, delle ragioni del suo arresto, della natura e della causa dell’accusa portata contro di lei, nonché di difendersi in quest’ultima lingua, se necessario con l’assistenza gratuita di un interprete.
2 Le Parti si impegnano a riconoscere ad ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale il diritto di presentare nella propria lingua minoritaria delle insegne, iscrizioni ed altre informazioni di carattere privato esposte alla vista del pubblico.
3 Nelle regioni tradizionalmente abitate da un numero rilevante di persone appartenenti ad una minoranza nazionale, le Parti, nel quadro del loro sistema legislativo, non esclusi, se del caso, accordi con altri Stati, si sforzeranno, tenendo conto delle loro condizioni specifiche, di presentare
le denominazioni tradizionali locali, i nomi delle strade ed altre indicazioni topografiche destinate al pubblico, anche nella lingua minoritaria, allorché vi sia una sufficiente domanda per tali indicazioni.
(..)
Art. 12
1 Le Parti prenderanno, se necessario, misure nel settore dell’educazione e della ricerca per promuovere la conoscenza della cultura, della storia, della lingua e della religione delle loro minoranze nazionali così come della maggioranza.
2 In questo contesto, le Parti offriranno specialmente delle possibilità di formazione per gli insegnanti e di accesso ai manuali scolastici, e faciliteranno i contatti tra alunni ed insegnanti di comunità differenti.
3 Le Parti si impegnano a promuovere l’uguaglianza delle opportunità nell’accesso all’educazione a tutti i livelli per le persone appartenenti a minoranze nazionali.
Art. 13
1 Nel quadro del loro sistema educativo, le Parti riconoscono alle persone appartenenti ad una minoranza nazionale il diritto di creare e gestire i loro propri stabilimenti privati di insegnamento e di formazione.
2 L’esercizio di questo diritto non implica alcuna obbligazione finanziaria per le
Parti.
Art. 14
1 Le Parti si impegnano a riconoscere ad ogni persona appartenente ad una minoranza nazionale il diritto di apprendere la sua lingua minoritaria.
2 Nelle aree geografiche di insediamento rilevante o tradizionale delle persone appartenenti a minoranze nazionali, se esiste una sufficiente domanda, le Parti si sforzeranno di assicurare, in quanto possibile e nel quadro del loro sistema educativo, che le persone appartenenti a queste minoranze abbiano la possibilità di apprendere la lingua minoritaria o di ricevere un insegnamento in questa lingua.
3 Il paragrafo 2 del presente articolo sarà messo in opera senza pregiudizio dell’apprendimento della lingua ufficiale o dell’insegnamento in questa lingua.
(…)
Sto scrivendo delle minoranze nazionali albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il francoprovenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
Vedi Luigi, per le minoranze etniche nazionali nessuno si sognerebbe di proporre una cosa come quella da te “difesa”; anzi, tali comunità godono di agevolazioni per il mantenimento delle loro lingue e culture.
Se le minoranze nazionali sono in una certa maniera tutelate così non si può dire per quelle “straniere”
E questo per me è razzismo.
.-= Paolo´s last blog ..Aspettative diverse di un futuro in due =-.
12 Gennaio 2010 il 18:46
Figli di stranieri nati NON in Italia, cioè il 63% del totale (come da articolo). Ovviamente si potrà dire che lì dentro finisce sia il pargolo straniero straintegrato che parla l’italiano meglio di noi sia quello in condizione opposta. Ma la vita e le leggi talvolta funzionano con parametri oggettivi (altrimenti si potrebbe sindacare sulla concessione della maggiore età, del diritto di voto, ecc.).
La Gelmini dice di sì ma ci credo poco. Siamo sempre in zona “universale vs particolare”. La domanda che mi faccio è: questo provvedimento, preso da solo, con i suoi limiti, tenendo presente che c’è tanto altro da fare, ecc., aiuta l’integrazione combattendo il crearsi di quei famosi microcosmi o la ostacola? Per me la prima.
12 Gennaio 2010 il 18:55
Quindi in una classe di una scuola pubblica italiana a maggioranza di cinesi (per via della “selezione random” “non gelminiana”), questi dovrebbero parlare il cinese ed essere interrogati in tale lingua? Non credo che sia possibile né che sia questo il senso di questo passaggio. La Gelmini con questo provvedimento impedisce, in privato e in pubblico, alle minoranze etniche di parlare la lingue che preferiscono? Non mi pare.
Non ho capito in che modo ghettizzare, di fatto, gli alunni stranieri in classi solo per loro cancelli le loro tradizioni, lingue e usanze. Mi pare che quando la Lega propose classi solo per stranieri si gridò al razzismo (e anche giustamente). Ora un provvedimento che va in direzione opposta non va bene… Scusate tanto, ma se non è una posizione ideologica e affetta da mancanza di pragmatismo a tutti i costi purché vada contro Abberlusconi, questa… 🙂
12 Gennaio 2010 il 19:00
Guarda Luis sul per te la prima credo non ci siano dubbi. Tutti i commenti che hai ricevuto, da quelli filosofeggianti a quelli pragmatici a quelli struggevoli a quelli sarcastici a quelli legifeggianti hanno posto questioni che tu hai semplicemente aggirato con un si vedrà. Mi pare un po’ poco. Non prendertela. Ognuno ha le sue idee e le sue ideologie. Ma questa è poco più che una scommessa. D’azzardo direi. Perché in gioco non ci sono i soldi finti del monopoli. Tutto qui. Poi se non riesci a comprendere il razzismo insito in un provvedimento come questo mi dispiace. Che poi in realtà lo capisci perché dici che asseconda i pregiudizi dei genitori. Ora io dubito che un provvedimento che asseconda pregiudizi razzisti, xenofobi, etnocentrici o come minchia si vogliono chiamare possano favorire l’integrazione. Poi fai te. Per me la seconda che hai detto.
.-= demopazzia´s last blog ..Balla coi bachi =-.
12 Gennaio 2010 il 19:03
@Luis. Grazie per l’informazione. Per rispondere alla tua domanda, bisognerebbe capire, come ti ho già detto, se il tutto fa parte di una strategia di largo respiro.
Un provvedimento, come dici tu, preso da solo, non è nè dannoso nè necessario, ma ingiudicabile quando va bene, oppure semplicemente inutile quando va male.
D’altra parte, credo sia questa la differenza, tra le leggi fintamente concrete, che molti dei nostri cari :mastella: sbandierano, e quelle che veramente incidono.
@Paolo. Ok, convengo con te che forse l’idea della Gelmini non è proprio geniale, ma da qui a definirla razzista ce ne corre.
Al massimo potrebbe essere definita demagogica.
12 Gennaio 2010 il 19:37
demopazzia, a parte che almeno un paio non vanno nel senso che dici (più un altro paio su facebook), che sono in posizione di netta minoranza (cioè a voler affrontare le questioni senza fare da megafono a questo o a quell’altro, o ripetendo la pappa che sarei tenuto a ripetere per restare nel branco “de sinistra”) già lo so, grazie… :asd: infatti proprio oggi pomeriggio mi chiedevo il perché di tanto masochismo visto che basta avere un minimo di “notorietà” e infarcire i post di “Vergogna/razzismo/Tremonti pupù/Silvio si fa gli attentati/Gelmini fa i bombini gnègnè” per ottenere facili consensi, apparire una persona piena di buoni sentimenti e svettare sulla home di oknotizie :asd: .
Ripeto (e due): con me il giochino del “non hai risposto”, “stai aggirando” non attacca :). Quelli che tu definisci problemoni insormontabili o sono piccolini/immaginari (diverse questioni dell’articolo strappalacrime di Telese); oppure la Gelmini ha risposto e mi sembra accettabile ciò che dice (e qui, non avendo la sfera di cristallo, non posso rispondere non sapendo se e come verranno affrontati nella pratica: dire che non funzionerà in base alla situazione della singola scuola del Paese in cui ci sono 8956 stranieri e zero italiani e nessuna possibilità di smistarne un po’ in scuole umanamente raggiungibili, mi dispiace ma non è un valido metodo statistico: se si vuole ridicolizzare la cosa per la sua non fattibilità che si portino dati un po’ di più ampio respiro); oppure la logica suggerisce che se si eccede il tetto del 30% (problema serio) i bambini non verranno deportati in catene o macellati nell’indifferenza delle folle; oppure la si butta sul generale “ma sono/siamo razzisti quindi non serve a niente se prima non si fa questo e quell’altro” (in parte condivisibile, ma poco pratico… non si può secondo me infilare dentro il mondo ogni volta che si commenta qualcosa; mi sembra un modo per non affrontare nessun argomento, rifugiandosi nella propaganda che piace di più, o per non parlare di quella cosa specifica, non tenendo quindi presente le condizioni attuali e le prospettive realistiche, che vedono un governo così e cosà e degli italiani colì e colà).
12 Gennaio 2010 il 19:40
Se l’idea è quella, per l’appunto, di evitare classi ghetto e classi italiane, mi sembra giustificato.
E mi sembra strano dirlo di una cosa sparata dalla Gelmini, ma è così.
Se vi sembra strano non fateci caso, ho passato una notte in un silos:
http://riciardengo.blogspot.com/2010/01/quasi-nulla-e-cambiato.html
12 Gennaio 2010 il 20:05
Vivo a Trieste, città multietnica che conta comunità di sloveni, croati, serbi, greci, tedeschi, arabi, rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani. Ci sono chiese e luoghi di culto di tutte le religioni. La minoranza più importante, quella slovena, ha scuole sue.
Non si registrano problemi degni di cronaca e la città è stata classificata da il Sole 24 Ore la prima città nella qualità della vita nel 2009.
E tutti sti ghetti non li vedo.
@ Federico: è razzista perché obbliga gli stranieri a frequentare le scuole italiane nel limite del 30%.
Ponendo un limite è più facile inculcare la cultura italiana ai bambini stranieri e difendere quelli autoctoni da una possibile “contaminazione” culturale.
.-= Paolo´s last blog ..Aspettative diverse di un futuro in due =-.
12 Gennaio 2010 il 20:28
Oh my god. Possibile che prova di non fattibilità ti devo portare se ancora non è in vigore. Vuoi almeno ammettere che sei tu a credere ciecamente nell’efficacia del provvedimento della Gelmini per il quale non ci sono prove né storiche né comparative (cioè da altri paesi) che ne dimostrino l’efficacia. Non giocare a fare la vittima. Ti piace fare il bastian contrario. A me non interessa quanti sono i commenti a favore o quelli contrari. Mi interessa come rispondi. E la tua risposta è ancora come in questo tuo ultimo commento minimizzare. I problemi non sono insormontaili uno perché non li devi superare te due perché fondamentalmente non li prendi nemmeno in considerazione. Hai provato a pensare per esempio ad altre soluzioni. Provaci. Spremi il neurone. Vedrai che ti verrà anche in mente che si cazzo invece che spostare i negri si potrebbero obbligare gli italiani a iscriversi nella scuola più vicina invece di scansarla perché piena di immigrosi. Oppure che so, Pensa come sarebbe bello stabilire le quote anche per i quartieri. Più del 30% degli immigrati no. Gli altri si trovino casa altrove. Che so ai Parioli. Leggiti la definizione di ideologia, di utopia, di razzismo. Leggiti quello che vuoi ma per piacere prendi in considerazione il fatto che i problemi sollevati sono problemi concreti. A me non fotte un cazzo della Gelmini, non ho la sua foto da prendere a freccette. Ma cristo ragiona un po’ con la tua testa invece che con quella della Gelmini, con quella del genitore razzista, con quella del blogger in cerca di commenti. Prova a ragionare con chi ti scrive invece che col rastone da centro sociale con la canna in mano con cui ti piace tanto aver facile ragione. E scusa lo sfogo. Vado a lavorare e ti lascio in pace.
.-= demopazzia´s last blog ..Mi dovevo sfogare =-.
12 Gennaio 2010 il 21:31
demopazzia
Infatti questo è un tipico pezzo da fanboy della Gelmini :sisi:
http://luigiruffolo.it/2008/10/controriforma-gelmini-il-parere-di-studenti-ricercatori-bloggatori-pornoattori/
Dev’essere per questo che hai appena fatto notare che la maggior parte erano contrari a quello che dicevo.
No, semplicemente non ce la faccio più a sentire stronzate. E a indignarmi a comando. E a vedere gente che aderisce acriticamente al “pensiero unico del web”, bevendosi di tutto (l’autoattentato è solo l’ultimo e il più eclatante episodio di una lunga e inguardabile serie).
Cioè, io devo avere la palla di vetro e le statistiche dettagliate per sapere, nau, i motivi pratici/logistici/distributivi per i quali il provvedimento secondo te non funzionerà e sarà una sciagura, nonostante le rassicurazioni del ministro che ha parlato di convenzioni con gli enti locali per gli spostamenti e problematica che riguarderà un numero limitato di scuole (non è che magari dispone di dati generali, regione per regione, città per città, istituto per istituto, che le fanno dire questo?), mentre se io chiedo a te dei dati (che vadano oltre la scuola del tuo paese) in base ai quali affermi con tanta sicumera che non funzionerà, non va bene…
Se non sei in grado di produrre dati generali che dimostrino la non fattibilità del provvedimento (e mi rendo conto della difficoltà) 1) non affermare che sarà sicuramente una rovina 2) non chiedere a me di produrne, evitando di insistere col ritornello “non hai risposto, stai aggirando, ecc.”.
Se mi si continuano a ripetere le stesse obiezioni alcune delle quali geniali [1], tipo che ci sono scuole con 93 stranieri su 96 (ma guarda un po’… non sarà questo il motivo per il quale si è pensato a questo provvedimento, cioè per non avere “scuole ghetto”?), oppure se si continua a sottintendere che ai bambini che sforano il 30% sarà negato il diritto allo studio o verranno deportati in catene o chissà cosa, cosa poco plausibile e illogica…
[1] Scusa il tono, ma era in risposta al tuo “Spremi il neurone” :asd: .
Sì, ok, personalmente lo farei subito, ma nella pratica non ci vedo enorme differenza. Siamo in “zona filosofia”… (Anzi, praticamente ammetti che mescolare insieme figli di italiani e stranieri è una buona idea, visto che il risultato sarebbe più o meno quello :asd: ).
(Ma poi siamo sicuri che 30% di stranieri, e non 70% di italiani, voglia dire che ad alzare il culo dovranno essere sempre e per forza i primi? A naso, non credo proprio… Dubito che le scuole a netta prevalenza di immigrati chiuderanno, mi pare più probabile che mandino italiani da altri istituti).
E anche se fosse, un po’ di sano realismo: se vado in qualsiasi altro Paese, il mio interesse viene anteposto a quello degli “indigeni”? Se ci sono benefici che vengono concessi, chi vive in un posto da una vita è generalmente trattato allo stesso posto di chi è appena arrivato? Se per qualche ragione viene deciso che c’è qualcuno che si deve spostare di un metro, sono loro che devono farlo, o io? Sarà antipatico ma psicologicamente l’italiano pensa di essere “padrone di casa”, e se inverti il modo di ragionare per fare l’altruista, il terzomondista, l’idealista, ecc. semplicemente, in un periodo di difficoltà come questo, butti la gente nelle mani dei demagoghi xenofobi (il passaggio dai partiti comunisti alla Lega avviene proprio per questo modo di parlare ostrogoto e di ragionare attento alle raffinatezze che non viene capito).
Se l’immigrazione massiccia non viene vista tanto bene a livello mondiale (perché se esistono green card, quote di gente che può entrare, “nazioni modello” come la Spagna che sparano sugli immigrati…) è colpa della Gelmini? Questo per quello che dicevo prima: ignorare che ci sia un “egoismo” di base e una naturale, antropologica e ineliminabile “diffidenza” verso lo straniero [2] nella società è utopistico e controproducente.
[2] che aumenta, e non diminuisce, se anteponi il suo punto di vista, i suoi interessi e le sue esigenze a quelli dell'”indigeno”, quindi per esempio se fissi una quota di 70% di italiani e non del 30% di stranieri, o se fissi criteri per i quali alla fine le case popolari in molte zone sono effettivamente finite soprattutto a chi veniva da fuori… a quel punto la gente non ti segue più e scatta la retorica leghista di facile presa dell’impoverimento per colpa degli immigrati.
13 Gennaio 2010 il 3:58
Sono appena tornato da lavoro più sana bevuta post lavorativa. Quindi prendi con beneficio di inventario quello che scrivo. Sul pensiero unico via web credo di non aver nulla da dimostrare visto che ho postato diverse grosse prese per il culo sulla teoria complottista della statuina in viso a silvio. E anche sullo stesso argomento di cui stiamo discutendo avevo già scritto mesi fa. Forse ti è sfuggito ma nel mio commento precedente avevo scritto che si, sarebbe auspicabile una maggiore mescolanza nelle classi piuttosto che avere delle scuole dove ci sono solo immigrati. La mia obiezione infatti non è su questo. Se non lo hai capito dopo il seicentesimo commento non riuscirò a fartelo capire al 601esimo. Tantomeno con due medie rosse doppio malto sullo stomaco. Peace and love and a lot of beer.
.-= demopazzia´s last blog ..Mi dovevo sfogare =-.
13 Gennaio 2010 il 4:20
Ah scusa dimenticavo. Le tecniche alla belpietro però non sono simpatiche. Io non ti ho fatto notare di essere in minoranza. Sei stato tu che te lo sei detto da solo.
commento delle 7.37pm
“che sono in posizione di netta minoranza (cioè a voler affrontare le questioni senza fare da megafono a questo o a quell’altro, o ripetendo la pappa che sarei tenuto a ripetere per restare nel branco “de sinistra”) già lo so, grazie… infatti proprio oggi pomeriggio mi chiedevo il perché di tanto masochismo”
Io avevo solo sottolineato il come avevi risposto a dei commenti contrari senza pesarne la quantità. Anzi sono convinto che il tuo punto di vista sia maggioritario. Il numero dei commenti è solo indicativo della voglia di scassare il cazzo dei punkabbestia dei centri sociali come me.
Questo perché penso che si possa crescere anche se chi ti fa notate un errore è un punkabbestia. Ora vado a letto. Non prima di aver concluso i miei riti satatici sulle bambole di pezza raffiguranti Silvio e Stella. :nerd:
.-= demopazzia´s last blog ..Mi dovevo sfogare =-.
13 Gennaio 2010 il 12:17
@demopazzia
Aho, Punkabbiestia a chi? Ammetto che i centri sociali li ho frequentati, che ho pogato ai loro balli :rulezza: , che mi sono intrattenuto con le signorine della loro specie :baci: , ma il tutto giustificato da un serio scrupoloso interesse antropologico ed etnologico :bed: .
Oddio…etnologico…non è che mi date del razzista, ora? :asd:
13 Gennaio 2010 il 13:01
@federico. Ma poi ti rimane appiccicato questo vizio di criticare il governo Berlusconi. Sono contagiosi. Dovevi usare delle protezioni! Cribbio.
.-= demopazzia´s last blog ..Mi dovevo sfogare =-.
13 Gennaio 2010 il 17:07
@Luis, Hai detto:
“…Cioè, io devo avere la palla di vetro e le statistiche dettagliate per sapere, nau, i motivi pratici/logistici/distributivi…”
Quest’affermazione mi viene buona per dirti una cosa. La risposta è che ti do è sì. Chi propone un provvedimento del genere (non tu, ma la Gelmini o chi per lei ovviamente), che investe in maniera abbastanza pesante la mobilità e le modalità organizzative e di vita delle persone, dovrebbe studiarsi un po’ la situazione per avere un’idea di ciò che si vuol fare.
Poi hai affermato:
“…Se non sei in grado di produrre dati generali che dimostrino la non fattibilità del provvedimento (e mi rendo conto della difficoltà)…”
Qui ti smentisco. Con Internet le banche dati sulle statistiche degli istituti di ricerca, sono di solito disponibili e pubbliche. Non credo che, volendo, le strutture di qualsiasi Ministero non siano in grado di trovarle. La difficoltà starebbe nell’incrociare i dati e trarne un’interpretazione corretta e una strategia vincente.
La domanda è: la Gelmini (o chi per lei) avrà fatto tutto questo percorso? Oppure, come tutti i politici (da dx a sx), avrà tirato il solito sfondone senza rendersi conto della situazione?
Mah 😯 …Mi si insinua un dubbio…
13 Gennaio 2010 il 17:34
Paolo.
Anche da me in Calabria ci sono comunità di albanesi (anzi, interi paesi diciamo) che si sono tuttosommato ben integrati (beh, in secoli… ^^) e che mantengono le loro tradizioni e la loro lingua (accanto all’italiano: come vedi, parlare l’italiano e integrarsi non annulla alcunché).
Come si fa a negare che imponenti flussi di immigrazione pongano dei problemi sociali e di altro tipo (sì, anche economici e del lavoro, perché se l’imprenditore si trova milioni di potenziali schiavi e disperati pronti a raccogliere pomodori per due lire in nero poi è difficile anche per l’italiano disoccupato che volesse fare i famosi lavori che i nostri conterranei non vogliono fare più riciclarsi come agricoltore e sopravvivere) non aggirabili col semplice “volemose bene”, “gli altri sono razzisti, io no” e simili?
Avresti ragione se, in caso di superamento della quota, ai bambini venisse negato lo studio o venissero nuclearizzati. Ma, dato che non sembra essere così, che si dice che non sarà così (aspettiamo, perlomeno) il tutto si riduce a una questione organizzativa che sinceramente non penso peserà in maniera così tragica sulle vite di quei bambini. Perché stare in una classe formata da un terzo di stranieri e non in una composta dal 40/50/93% di stranieri semplicemente, ammesso che non migliori l’integrazione, non può comunque rovinarti l’esistenza 🙂 .
13 Gennaio 2010 il 17:36
Federico.
Appunto. Non ho capito però in base a cosa si debba dare per scontato che un’operazione del genere NON sia stata fatta. In internet si trova la mappa con le statistiche dettagliate di tutti gli istituti d’Italia, quanti figli di stranieri ci sono in ciascuna, la distanza tra gli edifici e quant’altro? Che venga postata e che si analizzino nel dettaglio i dati per smentire la fattibilità del provvedimento, altrimenti la demagogia sta nel continuare ad agitarle, e a mettere altra carne al fuoco a caso per dire che è irrealizzabile, ecc.
Ribadisco:
Il 30% è un tetto alto, è evidente.
La Gelmini sostiene che verrà sforato (nel senso di non distribuibilità nell’ambito di ogni scuola) in un numero limitato di casi (si smentisca con i dati questa affermazione).
Le scuole nelle quali deportare ( :asd: ) i regazzini in caso si sfori il tetto non sono così distanti tra loro, specie nelle grandi città (vedi sopra, si provi che sono tutte stradistantissime o si taccia per sempre).
Sono stati stanziati dei fondi per il potenziamento della lingua italiana (vedremo se è vero, se sono abbastanza e se funzionerà).
Copiamo l’estero: bene, in Francia vanno a scuola controllati all’ingresso col metal detector e ci sono rivolte di immigrati varie: magari può essere indice del fatto che non sono così infallibili sul tema immigrazione e dintorni (per me va, eventualmente, non certo obbligatoriamente, copiato solo quello che funziona indiscutibilmente BENE, altrimenti si possono legittimamente tentare vie personalizzate).
La lotta tra idealisimo e pragmatismo in cui il pragmatismo *perde sempre* è il cancro che mina le fondamenta di qualsiasi ipotesi di futuro “di sinistra” per questo Paese (cit.)(non so che c’entri ma ci stava bene :kiss: ).
13 Gennaio 2010 il 18:29
Luis
Sulla Gelmini, ho dubbi proprio per come si è già comportata in altre occasioni. Esempio lampante la Riforma universitaria: ha fatto prima, quello che si doveva fare dopo (i tagli di spesa e di personale) e dopo quello che si doveva fare prima (la riorganizzazione didattica e l’istituzione della commissione per la valutazione delle università).
Il risultato, almeno all’inizio, sono stati tagli indiscriminati (e pertanto ingiusti), piuttosto che una razionalizzazione (cosa buona e giusta invece). Poi, la situazione è stata di fatto recuperata (anche se non del tutto), ma con lacrime e sangue. E per di più, non si è eliminato veramente quello che è il vero cancro dell’Università, quello da cui derivano tutti i mali: i soldi che piovono dall’alto (Stato).
Nel caso attuale, visto l’esperienza pregressa, vorrei essere persuaso con qualche dato sicuro, e non con i soliti discorsi da conferenza stampa. Perchè a combinare un casino in una situazione così delicata, non ci vuole niente.
L’onere della prova sta a chi propone, non a chi ascolta. Il mio è un atteggiamento affatto ideologico, ma pragmatico appunto.
Non critico la proposta in quanto razzista, ma ho dei dubbi e delle inquietudini da un punto di vista organizzativo e di visione d’insieme. Tutto qua.
13 Gennaio 2010 il 19:59
Scusami Luis se intervengo ma tu hai postato tutti i dati che hai trovato in proposito per sostenere la tua tesi? Oppure stai solo ripetendo in ogni commento che secondo te il tetto è giusto e può funzionare senza aver aggiunto altra prova che la tua opinione? Perché federico, io o chiunque altro dovrebbe postarti le mappe di tutte le scuole corredate da censimenti per poterti contraddire e non tacere per sempre? Perché poi soprattutto quando si fanno esempi concreti di inapplicabilità del tetto non mi rispondi come superare il problema o come la Gelmini secondo te intende farlo?
Come si fa per i bambini stranieri che non hanno una residenza? Lo sai che ne esistono vero. Chi si manda a prenderli? E’ solo un esempio. Capisco che dal tuo punto di vista preoccuparsi di questi casi è da cattocomunistisbroccotroniciantisilvioaccoglientistiadoltranzasenzapreoccuparsidelrazzismoinsitodellagenteanchesequestoprovvedimentononèrazzistamasglistrizzasololocchioinmododafregareilleghistachelagelminilhavotata.
.-= demopazzia´s last blog ..Quiz n.2 =-.
15 Gennaio 2010 il 11:57
Credo che sia necessario essere pragmatici; le decisioni a livello “organizzativo” devono essere prese e non si può tradurre come “razzismo” qualsiasi provvedimento che sembri limitativo per gli stranieri (che spesso sono necessari, perché uno Stato non può accogliere tutti gli emigranti che ne facciano richiesta, siamo seri, non si tratta di razzismo, ma di buonsenso e tutela), paradossalmente il tetto del 30% potrebbe anche favorire un’integrazione, mi spiego: la singola famiglia straniera riesce ad intregrarsi più facilmente con la popolazione circostante se non tende ad aggregarsi in una comunità di connazionali di grandi dimensioni, tende ad imparare correttamente la lingua per necessità comunicativa e viene a contatto diretto con tali culture più facilmente. Qualora invece fosse presente una comunità di connazionali di grandi dimensioni, tenderebbero ad autoghettizzarsi.
.-= Tonks´s last blog ..Rettifica… del blog e altri demoni. =-.