(Aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano“).
D’ACCORDO — Ero d’accordo con il referendum contro la caccia perché ritenevo giusto abolire la caccia. Ero d’accordo con il quesito contro il finanziamento pubblico dei partiti perché in quel momento, sinceramente rapito dall’ondata giustizialista che eccitava il Paese, ritenevo doveroso abolirlo (l’ideale sarebbe tenerlo adoperando il buonsenso, che ovviamente manca). Ero d’accordo anche con il referendum per passare al maggioritario, non pensando certo che avrebbe miracolato l’Italia, ma solo per avere finalmente un po’ di alternanza e governabilità (e non solo non hanno messo un vero maggioritario, perché il Mattarellum non lo era, ma, dopo solo pochi anni, si è tornati disinvoltamente a un pessimo proporzionale). Ho firmato già una volta in chiave “antimediaset“, e per abolire l’ordine dei giornalisti (nel ’97), senza capire il perché di un quesito tanto specifico, visto che, come disse qualcuno, per fare seriamente bisognerebbe eliminare gli ordini (tutti) e i giornalisti (questi giornalisti, almeno). Ho firmato il referendum per abolire il Ministero dell’Agricoltura perché… non saprei, forse l’agricoltura in quel momento mi stava sul cazzo. Potrei continuare a lungo. Per ulteriori informazioni sul perché i referendum, secondo me, generalmente “non siano il modo giusto”, rimando a questo post. Non ho firmato i referendum di Grillo, e senza un particolare motivo. Avrei pure potuto farlo dato che sono ovviamente d’accordo con i quesiti (ma se ne potrebbero proporre mille altri anche più validi, urgenti e condivisibili dell’abolizione dell’ordine dei giornalisti), penso però che non cambi assolutamente nulla. A parte far spendere un po’ di soldi allo Stato, che poi vabbè, non facciamone ‘sto dramma.
ASSURDO — Personalmente trovo abbastanza allucinante chiedere, proporre, suggerire (perché alla fine di questo si tratta, vista la debolezza dell’istituto referendario, specie nel nostro Paese, e, di contro, la totale e comprovata assenza di sensibilità istituzionale e di scrupoli di chi governerà) a un Berlusconi che dispone di una maggioranza stellare in grado di fare quello che vuole, di cancellare una per una le varie, sbagliatissime, ingiustissime, antidemocraticissime, disumanissime e [inserire aggettivo a scelta] leggi che si è cucito più o meno su misura. Abrogarle referendariamente (e ce ne vuole…) perché poi cerchi altre scappatoie, perché impegni il Parlamento a discutere altre leggi che gli consentano di ri-farsi quegli stessi interessi. Preferirei che quel tempo fosse utilizzato magari in qualcosa di più utile… tipo rilanciare l’economia, rendere le città più sicure (ma per davvero), o fare le altre robe contenute nel programma e per il quale è stato votato (perché, per quanto mi faccia vomitare Silvio, il popolo si è appena chiaramente espresso e il Paese ha bisogno di essere governato). Trovo inoltre demenziale che un elettore della Lega o di AN (e ce ne saranno, immagino), cioè chi gli ha riconsegnato il Paese chiavi in mano pochi giorni fa con una maggioranza siffatta, se ne vada a vaffanculeggiare in piazza insieme a Grillo, inneggiando a “innovative” proposte che la “sinistra radicale” (che probabilmente disprezza con tutto il cuore) ha avanzato secoli fa, venendo spernacchiata e derisa, e firmando contro la Gasparri. Continua a leggere >>
27 Aprile 2008 il 8:47
Sostanzialmente, secondo me, questo è il motivo perché l’Italia è un paese di destra.
27 Aprile 2008 il 10:00
Potrei anche essere d’accordo… ma quali altri strumenti offre la democrazia? Rimanere cinque anni a guardare?
Simone “Karat45” Tagliaferri’s last blog post..Arcade MMOG
27 Aprile 2008 il 10:59
prostata in incognito
Massì, che si manifesti pure il dissenso (tanto il Governo casca se manca la maggioranza, mica per altro, e non mi risulta che i girotondi abbiano impedito le leggi ad personam).
Quello che contesto io è che forse alcuni (visti i toni da “vita o morte della democrazia”) non sembrano aver afferrato fino in fondo che i referendum NON fanno le leggi e che la volontà popolare che da essi traspare è vincolante in modo molto blando (come abbiamo visto, la storia insegna che se la maggioranza parlamentare non vuole tenerne conto il sistema lo trova).
E che se fare baccano nelle piazze ha importanza “1”, andare a votare (anche ad amministrative, europee… in Italia si vota sempre, ecco per esempio cosa si potrebbe fare nei prossimi 5 anni) può avere importanza “100”.
Perché, che piaccia o meno, le leggi si fanno in Parlamento, non nelle piazze.
Grillo invece chiede di fare la cosa che ha rilevanza “1”, spacciandola per fondamentale, e chiede di non fare quella che ha rilevanza “100” perché “fanno tutti schifo, sono tutti uguali” (sarà, ma allora perché non si è candidato lui? dobbiamo restare senza un’alternativa a vita? Anche Di Pietro è discretamente populista e demagogico ma la faccia ce la mette, e di batoste ne ha prese in passato, non fa il giochino di fare in qualche modo politica standone però fuori, prendendo solo vantaggi, cioè)(sì, non percepisce lo stipendio parlamentare ma ha qualche leggero ritorno in termini di popolarità).
Magari un vaffanculo (piccolo piccolo, eh) se nei prossimi anni verranno fatte altre leggi come la Gasparri se lo merita anche lui… ^^
27 Aprile 2008 il 11:12
Italia… paese di destra… di sinistra… secondo me è solo un paese bellissimo abitato da gente di merda ed i politici non sono che lo specchio di quello che sono gli Italiani.
La salvezza non è il voto… ma la fuga!!!
E basta con la politica… uscite… e guardate che splendido sole primaverile!!!
amosgitai’s last blog post..HENRY – PIOGGIA DI SANGUE
27 Aprile 2008 il 18:44
quasi d’accordo.
ovvero, protestare pubblicamente serve. è una questione di ricerca della visibilità, già tremendamente ridotta e – suppongo (non possedendo il magico apparecchio televisivo) – tendente allo zero.
un tg3, due o 3 quotidiani ed un paio di settimanali, magari, ne parleranno. magari.
eppoi metti che un qualsiasi beota destrorso, magari², incappasse in una qualsivoglia manifestazione di protesta, magarissimissimo assai partecipata, non vedendo alcun resoconto serale su studio aperto su ciò che ha magari³ potuto vederascoltare cogli occhiorecchi suoi, ++magari³, si rende conto che qualcosa nell’informazione che riceve televisivamente, magari, non funziona.
a tal riguardo (scelta delle notizie da divulgare): tanto geniale quanto divertente e cinicamente triste, robecchi su il manifesto di oggi.
nota a margine sui quesiti proposti da grillo il 25 aprile.
tu dici “Non ho firmato i referendum di Grillo, e senza un particolare motivo. Avrei pure potuto farlo dato che sono ovviamente d’accordo con i quesiti”
io dico che le sue sono generalizzazioni buone per chi non conosce una serie di cose che andrebbero conosciute prima di firmare un qualsiasi documento. il pezzo di giancarlo aresta pubblicato da il manifesto mentre grillo raccoglieva firme è illuminante. lo puoi leggere ancora per qualche giorno a questo link: http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/25-Aprile-2008/art48.html
28 Aprile 2008 il 0:20
Ma è vero che la raccolta non è valida perché il Parlamento incaricato di approvare i referendum dovrebbe essere già insediato da almeno sei mesi?
28 Aprile 2008 il 0:40
Xiggy
La domanda che il giornalista “illuminante” non si pone è: i finanziamenti pubblici hanno reso i giornali più liberi? La risposta “no” è scontata. Se devono essere servili, almeno lo siano senza prendere soldi dalle nostre tasse.
Poi un giorno si arriverà anche a discutere del grande assente da tutti questi dibattiti: il lettore. Se il lettore comprasse o non comprasse in base alla qualità, tutti questi problemi non si porrebbero.
Simone Tagliaferri’s last blog post..I perché di una non-scelta (aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano”)
28 Aprile 2008 il 9:08
karat,
la domanda che il giornalista de il manifesto pone è:
ma grillo lo sa che con le misure da lui proposte si rischia di cancellare una (anzi più di una, ma a me ne interessa una) realtà dell’editoria fondamentale per il pluralismo e la libertà d’informazione?
la risposta è NO.
alla tua domanda posso rispondere solo per quanto riguarda il manifesto (soc. cooperativa editrice): SI, i soldi pubblici favoriscono la libertà di informazione. conseguentemente le firme raccolte da grillo andranno a limitare il pluralismo.
e non mi sembra affatto che grillo, nel suo voler gettare l’acqua sorca con dentro il bambino, tenga conto del lettore.
28 Aprile 2008 il 9:30
Realtà editoriale fondamentale? Se un giornale non vende… non vende. Il pluralismo esiste nel momento in cui un giornale ha abbastanza lettori. Se un giornale lo leggono in 10 di che pluralismo stiamo parlando?
Simone Tagliaferri’s last blog post..I perché di una non-scelta (aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano”)
28 Aprile 2008 il 9:57
Luigi “ABS” Ruffolo in incognito:
Karat, i lettori dell’Unità, Il Riformista, Il Foglio, Il Manifesto, L’eco di Bergamo, ecc. semplicemente NON sono dieci.
Il pluralismo è soprattutto pluralità di voci CHE PARLANO, non necessariamente folle di ascoltatori.
Per questo in campagna elettorale è giusto dare spazio anche a partitini sfigati come gli umanisti, i No Euro o Boselli.
Far parlare solo chi è già molto ascoltato non è particolarmente democratico…
Ma poi, Cristo, che tristezza è lasciare PURE l’informazione (completamente) al Dio Mercato?!?
Per risparmiare soldi?!? Mi ricorda la risposta di Fidel Castro a Gianni Minà a proposito della mancanza di libertà di stampa a Cuba…
E’ ovvio che ci sono e ci saranno fior di sprechi (non sono queste comunque le spese che mandano in rovina lo stato, e se vogliamo fare gli “economi” evitiamoci piuttosto ‘ste sfilze di referendum pannelliani inutili) ma… “è la democrazia, baby”!!!
Luigi “ABS” Ruffolo’s last blog post..I perché di una non-scelta (aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano”)
28 Aprile 2008 il 10:00
Luigi “ABS” Ruffolo in incognito:
Iggy, sì, in realtà penso che fare bordello nelle piazze un po’ serva (a farsi un minimo di pubblicità, non a far cambiare intenti sovversivi a un p2ista).
Ho estremizzato nell’articolo per evidenziare il concetto che firmare referendum/fare casino e non andare a votare è un po’ come la ciliegina senza la torta, o la sigaretta senza la trombata… 😀
28 Aprile 2008 il 10:25
Guarda, parlassimo di giornali che informano seriamente sarei d’accordo con te… qui non si tratta di voci della stampa, ma di voci dei vari padroni. Ogni giornale dice quello che fa più comodo al suo partito di riferimento… e questa me la chiamate pluralità?
Simone “Karat45” Tagliaferri’s last blog post..I perché di una non-scelta (aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano”)
28 Aprile 2008 il 11:08
Luigi “ABS” Ruffolo in incognito:
Karat, fai l’errore di considerare verità assoluta e immutabile un giudizio personale in parte (ma solo in parte: per esempio sull’Unità ci scrive anche Travaglio, che notoriamente non è tenero con i DS) condivisibile.
Legiferare su materie tanto delicate in base alle generalizzazioni, o alla situazione del momento è profondamente sbagliato.
Costringendo a chiudere (o ad allegare bambole gonfiabili nella vaga speranza di sopravvivere) l’Unità, il Manifesto, il Foglio, Il Riformista, L’eco di Bergamo, ecc. con tutti i loro indubbi limiti saremo più liberi? Ci sarà più pluralità nell’informazione?
(Ricordo ai passanti che una cosa è un blog un’altra è un giornale vero, che avrebbe dei costi anche se fosse solo online… e il 60% degli italiani pare sia ancora offline).
E’ giusto, per chiudere la bocca ai (tanti, è vero) lecchini e smettere di foraggiarli, impedire anche a chi avesse intenzione di fare informazione libera (e c’è chi lo fa già) di poterlo fare? Io credo di no.
Al limite si può parlare di ridurre i finanziamenti, rivedere la legge o evitare di dare soldi a chi di copie ne vende dieci (ma dieci davvero).
Ma abolirli, in una situazione come quella italiana, poi, francamente è un po’ inquietante…
28 Aprile 2008 il 11:27
Sarebbe difficile avvertire la differenza… a volte è meglio riflettere in silenzio che essere assillato da voci che tentano di tirarti da una parte o dall’altra. I giornali in Italia hanno fallito, c’è poco da discutere di pluralismo e grandi temi. I temi sono piccoli piccoli, purtroppo, e riguardano un’informazione indegna nel complesso che non viene salvata da alcune mosche bianche.
Simone “Karat45” Tagliaferri’s last blog post..I perché di una non-scelta (aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano”)
28 Aprile 2008 il 11:42
Luigi “ABS” Ruffolo in incognito:
Riflettere in silenzio è bello… ma che c’entra con l’informazione (che non è solo Mastella che ha fatto il rutto o Schifani che rettifica Berlusconi che rettifica Calderoli)?
Se domani il Mercato decidesse che deve sopravvivere solo Mediaset, perché è l’unica che ce la fa con le proprie gambe, mi toccherà “informarmi” con Studio Aperto e sperare che qualche blog mi parli del Darfur (ovviamente senza aver i mezzi per andare a fondo in certe questioni, visto che i blogger non hanno accesso alle fonti primarie e secondarie).
Ma veramente vogliamo questo?!?
28 Aprile 2008 il 12:45
abs, rispondo io: pare proprio che di si.
28 Aprile 2008 il 16:21
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=74953
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=65587
Ma guarda… quando fa comodo Piazza San Carlo arriva a 100000 persone, quando non fa comodo non ne può contenere più di 40000…
è questo il pluralismo che state difendendo? sono queste le voci che uno dovrebbe rimpiangere nel caso sparissero?
Simone “Karat45” Tagliaferri’s last blog post..I perché di una non-scelta (aka “Perché non trovo così efficace chiedere all’alligatoride che si appresta a mangiarmi di diventare vegetariano”)
28 Aprile 2008 il 16:50
Luigi “ABS” Ruffolo in incognito:
Karat, prendere casi di cattivo giornalismo e dire “leviamo il finanziamento pubblico perché tanto il giornalismo fa schifo” non è un buon modo di procedere.
Le leggi non si fanno (e non si abrogano) con la pancia e basandosi su facili generalizzazioni (che hanno indubbiamente un fondamento di verità).
A me non interessa difendere l’Unità, o il Riformista in particolare, o una delle tante testate che chiuderanno (siamo sicuri che facciano tutte schifissimo? e che per un errore dell’Unità vadano messi al rogo tutti i suoi giornalisti? tu non leggi mai articoli interessanti che non provengano dalle pochissime testate che sopravviverebbero?!?), quanto la POSSIBILITA’ di sentire più voci, la POSSIBILITA’ che se accade un fatto se ne possa venire a conoscenza (e se rimangono solo la Repubblica e il Corriere questa possibilità diminuisce), la POSSIBILITA’ che quello stesso fatto possa essere raccontato da un giornalista in modo differente, la POSSIBILITA’ che possa esistere un pluralismo nell’informazione.
28 Aprile 2008 il 17:00
Ma poi sbaglio o i due articoli dell’Unità riportati sono stati scritti a distanza di molto tempo e soprattutto da due persone differenti? L’incongruenza può spiegarsi così.
Non penso che a nessuno piacerebbe che gli venisse attribuita l’opinione di qualcun altro… è un pò come se attaccassi Karat per una cosa scritta da Ganglio su questo blog!! 😀
giaguaro’s last blog post..Marco Travaglio appoggia Di Pietro: una scelta giusta?
28 Aprile 2008 il 17:26
Ma quale pancia e generalizzazioni? Vogliamo metterci a fare la trafila delle porcate portate avanti dalla stampa negli ultimi anni? Chi salviamo? I soliti quattro nomi?
Simone “Karat45” Tagliaferri’s last blog post..Dubbi paranoici di un giocatore davanti ad una porta
28 Aprile 2008 il 17:46
minchia che botta di qualunquismo da ste parti… lasciate perdere…è più facile tentare di far ragionare un testimone di geova in berserk che un grillino 😉
28 Aprile 2008 il 17:50
la cosa che mi fa “ridere” di questa buffonata di grillo è che circa il 90% degli italiani “riceve” l’informazione dalla televisione.
evidentemente, per grillo, lì va tutto bene.
29 Aprile 2008 il 0:48
> visto che, come disse qualcuno, per fare seriamente bisognerebbe eliminare gli ordini (tutti) e i giornalisti (questi giornalisti, almeno).
Che poi ero io, ma comunque chissene.
29 Aprile 2008 il 11:24
Luigi “prostata” Ruffolo:
Ah, ecco, agnus… ero giusto in dubbio fra te, qualche blogger/forumista a caso e Martin Luther King. ^^
:-*