Bensì perché comporta, per definizione, il porsi dell’evangelizzatore urlante e senza peccato su di un marmoreo piedistallo, mentre (ben inquadrato dalla regia internazionale) sparge superiorità e sampietrini a piene mani. Lassù, collocato a diversi ettometri di altezza dalla folla pascolante, sulla quale peraltro sputazza con francescano dolore.
In rete questa vigile e (in)sofferente figura, sempre armata di cilicio e libretto delle multe per sanzionare l’altrui condotta, assume contorni ancora più austeri e farisei, grazie alla protezione bastarda del semianonimato. Che non cela tanto i nomi e i cognomi, quanto i vizi privati, i casalingui peccati e certe non proprio moralizzatissime abitudini domestiche. Ho visto aulici caporedattori, dal culo apparentemente ipercorazzato, indignarsi per un empitré dal bitrate infimo o per una rom malandrina e semifunzionante di Ghosts’n’Goblins. *eni impalpabili oggetto delle attenzioni degli scaricatori di porto poco moralizzati, nonché indifferenti all’uccisione della simpatica major lanciabriciole in direzione del presunto artista di Turno, re dei Rutuli. Per poi chiedere (sempre i caporedattori mascarati, dico) candidamente lumi tecnici sulla collezione di cartoni animati appena prelevati in nome di inesistenti e autoproclamati e improvvisati diritti.
L’autoassoluzione piace a tutti, è inutile negarlo. Piace perché la legge fatta valere dallo stato rigorosamente con la minuscola è avvertita ovviamente come non sempre giusta, come troppo rigida e inapplicabile con la dovuta equità. Ed è anche logico, dato che viene imposta senza che il bovino abbia mai, nel corso della sua bendata esistenza, grosse possibilità di rifiutare o quantomeno trattare con l’enorme cancro sociale che lo assorbe alquanto ineducatamente e senza porsi particolari problemi.
Quindi, ognuno ha la sua morale, le sue tegole sapientemente edificate negli anni, le sue regole anche per autodifesa, che non possono coincidere totalmente con quelle altrui (entro certi limiti ovviamente, squartare l’avversario in amore è qualcosa che la società oggi ancora fatica parecchio ad accettare ma un dimani chissà). Il problema di fondo del moralismo dilagantetonanteammanettante sta nell’umana e insormontabile difficoltà di quantificare, nel provare agli altri, inconfutabilmente. Se scalo banche con l’agilità con cui Messner in gioventù ascendeva sulle colline in fiore, poi appare difficile attribuire un peso alla mia infrazione in confronto alle holding maramalde altrui, difficilmente dimostrabili e quindi per troppi semiconfinate nel limbo posto a metà tra la fede, le leggende metropolitane e il “po’ esse’…”. Se costringo elegantemente il mio partito a pagarmi l’affitto candidando suini poi non posso gridare allo scandalo se chi riceve un semplice avviso di garanzia non ha la sensibilità di sentirsi già condannato in terzo grado e immeritevole di rivestire qualsivoglia carica, compresa quella di amministratore del torneo bocciofilo condominiale, dandosi fuoco in piazza per chiedere perdono.
L’uomo, si sa, è geneticamente trainato con smisurata forza in direzione delle prostitute saltellanti. Ma è difficile poi spiegare alla casalinga, al passante distratto dal mutuo, dalla vita che chi ci è andato dieci volte è da preferire a chi (si dice, si mormora) ha insinuato il suo augello cinquanta, cento, millemila. A giudicare dalle splinderiane colonne l’ipocrisia è il pozzo nero largamente più schifato e malvisto in assoluto nella blogosfera e nella restante porzione di universo conosciuto. È anche per questo che la sinistra, con le sue varie manifestazioni e de-generazioni — nonostante l’attuale centrodestra sia indubbiamente una manica di fascisticorrottsottosviluppatladrimbecilli da antologia — sta tanto sul cazzo.
9 Settembre 2008 il 14:54
“L’uomo, si sa, è geneticamente trainato con smisurata forza in direzione delle prostitute saltellanti”
Vabbè, mi sa che dovrò chiudere un occhio stavolta sulla manipolazione genetica…
flos last blog post..Che il caos sia con voi
9 Settembre 2008 il 16:35
Forse per una certa qual mia barocca predilezione per la forma (certo sono sovente volgarotto, ma in modo del tutto calcolato) continuo a preferire una moderata dose di ipocrisia ai Briatori e cafonazzi vari a cui tocca una specie di divertita assoluzione in quanto gente che almeno-non-la-manda-a-dire.
Cioè, se Briatore o chi per egli (cit.) la mandasse un po’ più a dire e facesse un po’ meno schifo per il resto… ma la blogosfera mica è d’accordo, e in questo mi sembra un poco ipocrita. Ma solo un poco.
E la sinistra (mi) sta tanto sul cazzo per mille altri motivi.
9 Settembre 2008 il 19:40
oh bè ultimamente ho scoperto di essere moralmente deprecabile, quindi per me ora sono tutti moralmente deprecabili.
illas last blog post..I bassi sono in media più portati ad invadere la Polonia
10 Settembre 2008 il 13:40
Ma è così divertente stare lì con il ditino alzatino a pontificare delle acerrime malefatte altrui…
Tanto ci salverà il “Ottimo Obama”… o no?
Attilas last blog post..Impressioni
12 Settembre 2008 il 6:08
Hem, scusate se disturbo usando un linguaggio da circolino di briscola, volevo solo dire al tenutario di questo blog che non avrei mai potuto trovare espressioni e circonlocuzioni più appropriate delle sue per spiegare al prossimo i motivi per i quali questa sinistra…(MI) sta cosi tanto sul cazzo!
Complimentoni!
MQrl
Miss Quarrels last blog post..A che ora è la fine del mondo?!
13 Settembre 2008 il 9:33
Hai una visione troppo pessimistica dell’uomo!!!
amosgitais last blog post..HANCOCK
13 Settembre 2008 il 20:02
l’autoassoluzione piace a tutti.
è molto più semplice fare la morale agli altri.
ma chi fa la morale e comunque si comporta bene risulta sempre ridicolo agli occhi altrui.
perchè?
perchè l’italia è il paese dei furbetti. e si è scelta come capo il capo dei furbetti.
perchè scendalizzarsi allora?
l’italia ha oggi un degno capo da imitare.
non scandalizziamoci.
le tue, le mie, quelle di questi commentatori sono voci piccole e innocue.
la maggioranza ha scelto da che parte stare. e non c’è moralità in quel posto.
viola21s last blog post..La morale della storia