La polemica fra D’Avanzo e Travaglio dopo l’uscita di quest’ultimo su Schifani ricomincia. Marco tira fuori le ricevute del pagamento della vacanza che gli sarebbe stata offerta da un mafioso e stende il collega. Oppure no. Anche perché non era questo il punto. Ma non ditelo ai commentatori-fanboy di Voglio Scendere.
Riassunto delle precedenti puntate. Giusto qualche mese fa, Travaglio, ospite sui divani di Fazio, oltre a dare della muffa e del lombrico a Schifani, insinua (sostanzialmente) anche la sua contiguità a Cosa Nostra, buttando là un superficiale “era amico di mafiosi“.
Vignetta di idiotaignoranteUn’uscita per nulla circostanziata e che non rende giustizia alla scrupolosità con la quale sembrerebbe redigere i suoi numerosissimi, vendutissimi e imprescindibilissimi mattoni telefonici. Intendiamoci, giusto, sacrosanto che ci sia qualcuno che — tra un’Isola dei famosi e uno Studio Aperto — osi insinuare nella casalinga media il dubbio che Schifani (o chi per lui) non sia poi il santo dipinto quotidianamente da Tele Arcore. Peccato che dare (sostanzialmente) del contiguo alla mafia in tivvù, senza aggiungere il perché, il per come, senza sciorinare contestualmente i “leggerissimi” e non ignorabili (se veramente si vogliono riportare questi benedetti fatti… decentemente, intendo) particolari avversi alla tesi che si sostiene, non sia proprio come dare del “birichino” a qualcuno. Così gli fa notare anche Giuseppe D’Avanzo, portando ad esempio l’amicizia di Travaglio con Pippo Ciuro, maresciallo della Direzione Antimafia di Palermo poi condannato per favoreggiamento. È di questi giorni l’ultimo atto della vicenda, ovvero una lunga lettera del giornalista torinese (riassumibile in “Troppo spesso, in Italia, si guarda al dito anziché alla luna”) con annessa risposta di D’Avanzo (Ciuro che tacerò).
INFORMARE FACENDO OPPOSIZIONE. MISSIONE POSSIBILE? – Insomma, non un fare informazione o un “neutrale” tirar fuori accadimenti. Ma un banale svestire i panni del giornalista imparziale, o che comunque che si prefigga di inseguire e ricercare l’obiettività. Abbandonando quindi quel tipo di approccio teso alla sincerità e alla precisione, e del quale parlava Bernard Williams, che lo stesso termine “fatti” — detto e ripetuto fino alla nausea con il furbo scopo di ammaestrare i fan e guadagnarsi autorevolezza — sottintende. Per partecipare all’agone politico lanciando merda, in pratica. Atteggiamento che si vorrebbe giustificato dal solito refrain, ormai divenuto un mantra più ossessivo della colonna sonora di Profondo Rosso: “Eh, ma sono tutti ladri, sono troppo potenti, non c’è altro mezzo per combatterli, sono tutti ugual… Zzzzzz“. Purtroppo invece questo atteggiamento — a parte il maleodorante eccesso di qualunquismo in esso contenuto, che qualcuno potrebbe trovare insopportabile — è utile solo alla causa personale del novello aspirante martire. Ma non a quella generale, in quanto, come si è visto (basta prendere un sondaggio qualunque per averne la conferma) la massaia di cui sopra continua a pensare che Schifani sia un galantuomo perseguitato per chissà quali oscuri motivi.
CHI URLA PIÙ FORTE VINCE. MA A CHE SERVE? – È una questione di logica, tutto sta nella potenza dell’amplificazione: mille blogghini che ripetono a pappagallo “Schifani mafioso gnè gnè” vengono semplicemente spazzati via dal gigantesco Marshall da un trilione di gigawatt che a ogni edizione del tiggì sussurra “vergognosi attacchi di Travaglio alla seconda carica dello Stato gnè gnè” (in tutto ciò, notare, nessuno fa informazione: si urla soltanto). Alla trasmissione di Fazio seguono un po’ di reazioni eccessive. Da una parte vari politici che fanno vomitevolmente scudo attorno all’altissima, eccellentissima e immacolatissima istituzione orribilmente vilipesa e che, poverina, può esercitare il diritto di replica attraverso soltanto sei/sette reti e qualche decina di giornali. Dall’altra i fanboy che — armati di occhiali made in San Daniele del Friuli — si scagliano istericamente (anche) contro il giornalista D’Avanzo, reo di aver lanciato un’intelligente e utile (ma a mio avviso un po’ troppo forte) provocazione dalle colonne de La Repubblica , prendendo di mira il metodo “non molto giornalistico” utilizzato dal Bavaglio nazionale nell’attaccare Schifani (soprattutto perché più in generale indice di un modo di procedere a volte un po’ troppo “giustizialista” e “disinvolto” nel fare collegamenti ed emettere verdetti; non così rigoroso e distaccato come si vorrebbe far credere, quindi). Continua a leggere >>
21 Settembre 2008 il 12:26
Immagino che la sistematicità e la precisione di pensiero facciano a cazzotti con determinati mestieri, incluso quello di giornalista.
E inclusi Travaglio e d’Avanzo.
21 Settembre 2008 il 14:14
mah, premesso che qualunque giornalista italiano e/o direttore vorrebbe fare la festa a gente che dice che bisogna abolire l’ordine, e premesso che i giornali italiani tirano avanti grazie a finanziamenti politici…
…bè in questo caso a me basta la premessa per trarre varie conclusioni.
(Tu lo sai come la penso su Travaglio.
Per me è un giornalista, il chè equivale a fargli un grosso complimento)
illas last blog post.."Scusa ma quando li hai fatti???"
22 Settembre 2008 il 18:03
Ho letto un pò frettolosamente, ma al fondo della questione mi pare esserci un punto: Travaglio è (era?) un bravo giornalista. Il problema è che a dire certe cose è rimasto solo lui… o forse è l’unico che viene invitato in tv a dirle, magari nel salottino di Fazio (complimenti per la foto, che ne trasmette tutta l’untuosità…), uno che a suo tempo disse (non mi ricordo a chi) per carità, attenzione a quello che dici, che non mi fanno più fare televisione (come se poi per Fazio, e con lui Santoro e altri) fare TV fosse una sorta di ‘diritto acquisito’… voglio dire non è che Fazio ce lo dovremo sorbire fino a quando avrà 80 anni… vero?!?!
Comunque, Fazio a parte, il fatto che Travaglio sia restato l’unico a dire certe cose in TV (o sia l’unico cui è concesso tale privilegio), indubbiamente un pò alla testa gli ha dato… essendo un essere umano come tanti, non credo sia immune dal delirio di onnipotenza… Così, al di là del
fatto in questione della vacanza pagata o meno da mafiosi, appare sempre più evidente come Travaglio invece di informare, abbia un atteggiamento da ‘adesso salgo in cattedra e vi dico io la Verità’ (atteggiamento che lo accomuna peraltro a Giulietto Chiesa, altro ineffabile ‘signor so tutto io’) francamente sempre meno sopportabile, e guai a ribattere, o usare gli stessi suoi metodi contro di lui… Resta la questione di fondo: se l’informazione in tv fosse un pò più pluralista, e di Travaglio ce ne fossero tre, cinque, dieci o venti, il tipo verrebbe adeguatamente ridimensionato. Così non è, è allora teniamoci Travaglio, pur col suo atteggiarsi a unico depositario della Verità…
22 Settembre 2008 il 19:07
Sì, ma infatti penso che perlomeno un leggero delirio di onnipotenza venga a CHIUNQUE riesca a ottenere un seguito di questo tipo, a meno che non si chiami San Francesco D’Assisi.
Il problema sta dal lato fan: capisco che uno non abbia la voglia o il tempo di approfondire certe questioni, certe informazioni (utilissime, importantissime, appunto, in questo scenario) specie se vengono presentate in maniera tanto convincente e appetibile, e se sono “piacevoli” nel senso che danno ragione a quello che pensiamo, che vogliamo che sia.
Però non tentare di mettere in difficoltà le “certezze” così apprese, non frapporre nessun passaggio tra 1) l’ha detto Travaglio (o un suo “amichetto”, è uguale) 2) è la Verità inattaccabile e chiunque osi muovere dubbi entra a far parte della cerchia dei Malvagi (che si oppone a quella dei Buoni, perché nel mondo di Grillo e Travaglio le vie di mezzo e le sfumature spesso non sembrano esistere), vuol dire praticamente autoinsultarsi…
23 Settembre 2008 il 15:38
Concordo con la tua lucida analisi e mi compimento per il blog.
La frase di Travaglio “questi sono i fatti”, come da te acutamente evidenziato, sta effettivamente diventando un pò come il prezzemolo. Peccato che l’idolo di folle di giovani commentatori con una mano si scaglia contro “i potenti”, “i ricchi” e “quelli che fanno i soldi sulla pelle degli altri”. Mentre in pochi considerano il fatto che il filone di cronaca giudiziaria da lui e dai suoi soci da tempo cavalcato si sta a sua volta rivelando una poderosa macchina da guadagno. Nulla di illecito, per carità: ma fare quintalate di euro a furia di mezze battute, omissioni e sottintesi non fa fare una gran figura al giornalismo italiano. Neanche D’Avanzo rientra, a dire il vero, nelle mie grazie: ma è singolare che, per una volta, un autorevole editorialista di Repubblica si sia invischiato in polemiche contro l’anti-berlusconiano per eccellenza.
Così come finirà Berlusconi, anche Travaglio finirà di lucrare sui cazzi altrui.
Attendiamo con fiducia.
Maxs last blog post..E intanto qua piove davvero…
24 Settembre 2008 il 17:42
Chioso sul delirio di onnipotenza di Travaglio: fateci caso, i suoi interventi sul blog di Grillo sono sempre più lunghi e logorroici…
4 Ottobre 2008 il 23:19
Sono d’accordo sul discorso Travaglio che si è un poco montato la testa. E’ normale ed umano.
Ma una cosa ve la vorrei chiedere: avete per caso letto il libro citato da Travaglio, quello di Lirio Abbate? Sarebbe interessante parlare anche di quello, e del fatto che Travaglio ha detto quel che ha detto perchè supportato dai fatti raccontati in quel libro. Solo dopo potremmo capire se Travaglio ha fatto un teorema semplicistico o meno. No?
5 Ottobre 2008 il 0:18
Il fatto è che da una parte Travaglio (e gli altri della “band”, perché non è che Gomez, Abbate e gli altri vengano da Marte, Giove e Plutone a dire putacaso tutti quanti le stesse cose: si frequentano, si influenzano, fanno programmi radiofonici insieme, scrivono libri insieme, usano un “metodo giornalistico” molto simile…) difendono (giustamente) a spada tratta la magistratura dagli attacchi berlusconiani, riportano sentenze, chiedono il rispetto dei giudici, ecc.
Dall’altra danno per scontato che alcuni magistrati (che non fanno quello che “piace” a loro) siano dei “fessi” o che alcuni personaggi non vengano da loro colpiti per chissà quale losco motivo. La qual cosa è leggermente “berlusconiana” :D, o comunque un po’ incoerente con la posizione quasi “dogmatica” di fiducia nella magistratura (solitamente vista come buona, contro i politici cattiFi… semplificazione un po’ troppo starwarsiana) assunta in altri casi. Quando invece è benissimo possibile (esiste il segreto istruttorio, invalicabile per Abbate, Travaglio e chiunque altro) che quei magistrati “corrotti/incapaci/fessi” abbiano esaminato il rapporto esistito/esistente per esempio tra Schifani e Mandalà, non trovando prove della sua mafiosità o escludendola (in Italia comunque c’è la presunzione d’innocenza, e anche l’obbligo dell’azione penale, per cui se un teorema, per quanto bello, non porta a nulla non è detto che ci sia del marcio).
8 Gennaio 2009 il 18:12
Grazie per il sostegno fornito all’attività di Marco Travaglio
9 Gennaio 2009 il 8:21
Grazie anche per il sostegno fornito ai travagli e alle gestazioni.
9 Gennaio 2009 il 9:51
Marco, prego, è stato un piacere!
Olpus, prego, attendo il tuo parto in mail!
9 Gennaio 2009 il 20:55
Sta arrivando, manca l’ultima risposta che mi sta rubando un pò troppo tempo.
9 Gennaio 2009 il 23:58
Faccia con comodo. Poi tanto le tocca il secondo round. 😀