Intrappolato. Incerto tra pareti. Esploro la casa, mi abituo al personale. C’è già una famiglia apparentemente completa. Grazie ai domestici, sguazzo tra le comodità. Ed è sempre tutto così perfettamente aggiornato.
Vengo trascinato a tavola.
Mio padre si eleva stabilmente dal terreno, fornito di spalle a parallelepipedo. È determinato. Quando qualcuno dà fastidio in giardino, lo assale senza troppi complimenti. Ne stronca velocemente le pretese, poi torna a sedersi, senza pulirsi.
Non si sa se abbia fatto il soldato, è ancora indagato per questo.
Molti penetrano in casa, ma lui li respinge con fastidio. Li spinge nei muri, abbastanza ottuso, li caccia in fori creati appositamente. Oppure spalanca in modo plateale le finestre, sterminate. (Questo avviene più raramente, solo con i più insistenti). Solleva o randella i fastidiosi.
Per il resto, non presta molta attenzione a quel che accade attorno. Paga i conti, il calzolaio è sempre contento, e lo stesso tutto sommato si può dire del macellaio (grazie a lui ha rapidamente comperato la macchina nuova).
Mio padre non vuole che gli altri paghino i conti e si dimostra parecchio ostile. Polemico nei confronti di chiunque si dica intenzionato. Sembra che da giovane abbia esplorato delle sezioni non proprio conosciutissime, e che ciò gli abbia fruttato attestati a bizzeffe. Oltre alle onorificenze, una menzione sui principali siti bonzonet dell’epoca.
Veste sempre allo stesso modo, alla marinara oserei dire, ma con un gusto accurato che gli fa preferire giubbe blu cobalto – che valorizza indiscutibilmente – e pipe a ogni altro indumento conosciuto. Sostituisce a un ritmo forsennato certe sue camicie oscene, forse perché gli s’inzuppano troppo rapidamente. Spesso lo si vede attraversare le aule più spaziose nudo, o coperto in modo solo approssimativo, affidandosi alla natura. Passa furiosamente incenerendo il terreno, ignora le domande.
Mio padre compra stivali destinati a durare, in quantità, e poi, insoddisfatto, li smercia nervosamente, per corrispondenza, oppure consolida oggetti astrusi costruiti in precedenza, simili a scarpiere senza confini. Ha troppi interessi, a dir poco inusuali, non li cura fino in fondo. Una volta teneva un blog enorme, particolarmente difficile da scassinare, però [bimba #2] – impegnandosi con tutte le sue forze – una mattina ci riuscì. E tutti gli avvenimenti e i pensieri annotati da quel momento dischiusi, in libertà. Improvvisamente, imprendibilmente si volatilizzarono. Da allora, su quelle pagine vengono ciclicamente descritti solo eventi meccanici, ripetitivi.
Mio padre non ha la passione dello sport ma, a furia di frequentare amanti delle gare, ha cominciato a fornire giudizi poco obiettivi sui singoli atleti. I campioni, isolati dal contesto con l’intenzione di sminuirli, vengono svalutati rapidamente, e a me, in effetti, a quel punto non interessa più nemmeno seguire le competizioni che vengono proposte perfino nel megaschermo del salone. Credo di essere pesantemente influenzato dai suoi imperiosi cambiamenti di umore riguardo a quelli che prima erano, in qualche modo, dei campioni stimati da tutti.
Spesso, lo si vede infuriarsi lungamente per un lancio sbagliato, oppure se qualcuno ha trascurato (mettiamo) il giavellotto per dedicarsi a frivolezze a bordo campo, o se magari il sedicente fuoriclasse si è concentrato per un attimo più sull’azione dei massaggiatori che sulla sfera ormai saldamente in suo possesso, venendo sradicato in primo luogo dai dirigenti. Non ammette in alcun modo che un atleta possa curare la propria immagine, o affidarsi a degli sponsor, ma ritiene che debba presentarsi semplicemente così com’è, nudo e con un look appena accennato, altrimenti non è sport.
Nel suo mondo esistono personaggi ideali quasi irriconoscibili.
Mio padre è, ovviamente, un giardiniere assai conosciuto e rispettato per la forma che conferisce alle sue creazioni (alcune siepi tra l’altro gli assomigliano in maniera incredibile, e contengono anche delle semplici animazioni: quando lui ha iniziato a inserirle, non c’era ancora in giro nessun altro che lo facesse). L’amore incondizionato per i ciclamini e gli alberelli, che istruisce certosinamente, è stato probabilmente uno dei motivi che lo ha allontanato dall’ambiente militare, determinandone l’ingloriosa o quantomeno dubbia carriera.
Nei momenti privati, però, ama anche indossare delle divise francamente infelici, giubbe monotematiche, serie e compatte, che ha preso una volta all’ingrosso. Le alterna ai pigiami colorati dell’esercito, vesti spaziose riposanti, che fanno a pugni col pessimismo degli interni.
Per il resto, compie azioni, gesti ripetitivi, grida, esulta, entra in contatto con gli altri meccanicamente. Saluta, viene salutato, stringe mani, si accalora… litiga, si accoppia sul divano, sul presepe, persino sugli elettrodomestici in movimento. Fuma ovunque. È particolarmente rissoso, rotola i rivali. Spesso mi tocca sottrarlo all’abbraccio di commercianti o rivenditori con i quali è entrato in contatto, oppure recuperarlo quando fa incidenti sconfinando col trattore (senza prendere seriamente in considerazione gli altri elementi e i cartelloni che popolano la strada finisce per litigare… anche qui sbrigativopunitivo, risolve quasi sempre in maniera marziale, abbattendo i contendenti).
Non tollera i vecchi amici, i conoscenti, quelli con i quali è cresciuto, a mio avviso perché sanno troppo di lui, e comunque su richiesta dà di loro una valutazione permalosa, eccessivamente negativa.
Il suo più fido amico, invece, l’ha conosciuto recentemente al mercato. Urlavano spesso, talvolta scambiandosi consigli, ortaggi, ma bruscamente, con opinioni divergenti e inconciliabili. Differenze di vedute su prezzi, profumi, provenienze. Inizialmente ci litigava e ha rischiato anche di sbuzzarlo, afferrando arnesi appuntiti dimenticati sui banconi, quindi accanendosi quando ormai era a terra senza difese. Ma, una volta risanato, entrambi hanno dimenticato velocemente l’accaduto, riprendendo a chiacchierare amabilmente, talvolta anche a breve distanza. Lo invita spesso a casa e usa con lui maniere affettate e ridondanti, che rasentano volentieri la paciocconosità più stucchevole.
Mio padre una volta è stato visto planare per poi riposarsi sui giardini. [Tavolo estensibile]
14 Febbraio 2007 il 6:31
Complimenti per la prosa, sobria ed elegante.
Sciura Pina
14 Febbraio 2007 il 8:38
Magistrale. Nulla altro si può aggiungere. 😉
14 Febbraio 2007 il 9:10
C’hai un discreto culo!
E tra [] complimenti per l’evoluzione!
14 Febbraio 2007 il 9:17
Davvero una bella atmosfera, una specie di labirinto magico fatto di parole. Bello!
14 Febbraio 2007 il 9:40
mi mette un poco paura..
14 Febbraio 2007 il 10:01
Azz di nuovo un post che non riesco a leggere tutto (sai io sgattaiolo qui mentre sono in ufficio), mi riprometto di farlo appena posso, nel frattempo non potresti fare gli audiopost così me lo ascolto in cuffia raccontato da te?
😉
14 Febbraio 2007 il 10:26
Non si può dire che non sia un padre, o un racconto, interessante.
14 Febbraio 2007 il 10:36
che poi non importa se c’è realismo oppure no
non importa
è ciò che si crea nel leggere
(chiudevo un mio discorso mentale)
14 Febbraio 2007 il 10:49
Spero di non incontrarlo mai nella mia strada tuo papa’…,Son cosi’ tanto mingherlino io che con un soffio mi puo’ far cadere…
Una cosa e’ certa..che a quanto sembra non e’ un comunista…;-)
14 Febbraio 2007 il 11:21
“entra in contatto con gli altri meccanicamente” mi piace questo concetto, è come se fosse il modo più adeguato di rispondere ai sorrisi sgargianti della gente che t’incontra per strada ogni giorno alla stessa ora e ti rivolge sempre le solite retoriche domande. Bel post. Bellissmo.
14 Febbraio 2007 il 11:39
ma hai descritto veramente tuo padre?
14 Febbraio 2007 il 12:42
una scrittura esaltante, equilibrata e ricca. Peccato che capisco poco se è storia o verità. Ma mica importa, è il piacere di leggerlo.
Alex
14 Febbraio 2007 il 14:27
mi affascina quando uno riesce a raccontare una storia senza usare nulla, solo le parole.
non ho nemmeno nulla di burlone da dire.
solo complimenti, guarda te
14 Febbraio 2007 il 15:14
Che dire? Complimenti anche a te per il nome e la foto al post precedente. Noi apprezziamo sempre questi spaccati di vita quotidiana.
Speriamo a presto.
14 Febbraio 2007 il 15:21
I tuoi post sono difficili da commentare, viene sempre da dire la stessa cosa “bravo”.
Però sei odioso, incuriosiscono i tuoi post, catturano l’attenzione, si rileggono, ci si domanda, e spesso, forse erroneamente, ci si illude di scovare le risposte. Il non riuscirvi è una cosa insopportabile, davvero.
Luigi
14 Febbraio 2007 il 16:06
ehi… ma quanto scrivi tu!
🙂
14 Febbraio 2007 il 16:32
Non dirmi che sono riuscita a commentare….
14 Febbraio 2007 il 17:08
wow… interessante questo racconto… la curiosità ci pervade tutti: autobiografico?
14 Febbraio 2007 il 19:54
Esemplare come al solito … 🙂
14 Febbraio 2007 il 22:42
Grazie, esageratamente gentili. 🙂
Interessante l’osservazione di Vendostelle. 😀 E anche l’idea “simil-podcast” di Cyberurania non è male… dovrò attrezzarmi.
La domanda di Alberto, LettriceM, ecc. è destinata purtroppo a rimanere inevasa per ragioni che non mi va di spiegare (scusate). 🙂
15 Febbraio 2007 il 6:56
E scusarti poi di che?? Diciamo che “ci abbiamo provato”??? Ti abbraccio, buona giornata!
15 Febbraio 2007 il 7:48
hai il tocco del pugile tozzo. di quelli grandi e grossi con la faccia buona e lo stile elegante che non si dichiara.se non lo hai mai fatto, ma dubito, dovresti farti due incontri in un rettangolo di carta profumata, non quei ring gialli nei cartoni dimenticati, ma freschi di battuta negli scaffali di provincia.non per la gloria, no. per te.
15 Febbraio 2007 il 8:40
Abs… mi è scaduto il dominio! Sono senza blog sniff
15 Febbraio 2007 il 8:53
sembra un racconto talmente attuale da seminare le mie parole…un racconto da vestire per sentirne le sfaccettature…veramente grande
15 Febbraio 2007 il 10:09
Cyberurania , oddio O_o … Con un veloce “Renew this domain” non si riescono a recuperare i contenuti?
ventodipolente e andre , dengh’iù!
LettriceM, buona giornata e abbracci inconsulti anche a te… ^____^
15 Febbraio 2007 il 11:26
Mi faccio fare un backup, il dominio dei randagi non sarà rinnovato mi trasferisco ad un altro indirizzo!
ps: nemmeno il tuo blog mi riconosce più, mi identifica come fly bug!Ma chi è?!
15 Febbraio 2007 il 12:37
Ahah, non ne ho idea del perché il mio blog ti sia ostile… 😀
Sono contento che tu riesca a salvare gli archivi… poi magari mi spieghi meglio su MSN.
15 Febbraio 2007 il 14:16
torno a leggerti ha tutta l’aria di essere una di quelle cose interessanti.lafea
15 Febbraio 2007 il 15:04
Sempre una piacevole lettura i tuoi racconti 🙂
15 Febbraio 2007 il 15:09
Ma se non ti colleghi maaaaaaaaai! E pure se ti colleghi non ti metti in contatto.
Mi sento una senzatettooooo aiutooo
Appena ce la faccio ti dico l’indirizzo della mia nuova casa se vuoi.
Intanto uso i commenti del tuo blog come salvagente, non voglio annegare nel webbb
15 Febbraio 2007 il 15:10
fu nel senso era…. ehm
15 Febbraio 2007 il 16:40
A dir poco incredibile questa figura paterna che hai descritto con abilità… Un abbraccio. 🙂
15 Febbraio 2007 il 19:21
Fucyberurania, ahah, ti capisco, “flooda” pure liberamente qui finché non avrai “casa”, allora (anzi, se vuoi ti ospito). 🙂
j4ck e Pia, grazie.
lafea, “a doping”. 🙂
15 Febbraio 2007 il 19:25
Sono senza parole. Mi piace da impazzire, questo post!!!
16 Febbraio 2007 il 8:34
Ciao Prostàz, grazie di essere passssato a trovarmi; qui scopro una marea di cose interesssssanti..scusa per le essse ma sono dal gommissssta… A presto! Frexo
16 Febbraio 2007 il 9:19
Cazzarola…riuscissi a scrivere in questo modo sarebbe gia’ un bel passo in avanti…complimenti.
16 Febbraio 2007 il 10:13
solitamente si dice:”tale padre…”.
qui come siamo messi?
🙂
16 Febbraio 2007 il 10:41
Mooolto bello!!
Professore molto umano sì,e finalmente. 🙂
16 Febbraio 2007 il 12:24
Bellissimo racconto! Non ci provo neanche a chiederlo, tanto immagino che non mi dirai mai se descrive tuo padre o un personaggio inventato! 😛
16 Febbraio 2007 il 13:29
Bello, complimenti, mi piace molto come scrivi e descrivi.
16 Febbraio 2007 il 15:06
Vero Isabella… tale padre….???
Mah che sia cosi’????
16 Febbraio 2007 il 17:01
Ehi, ho fatto le pulizie e preparato la mia nuova casa, stasera c’è l’inaugurazione…fiumi di alcool puro!
Ora non posso più flodddare nei commenti o vale lo stesso?
16 Febbraio 2007 il 19:59
mi riesce difficile scrivere qualcosa di quanto ho letto, così intimo, così tenero.
16 Febbraio 2007 il 22:05
Ci ho messo un po’, ma alla fine sono riuscita a trovare il tempo e la concentrazione per leggere il post tutto d’un fiato. E ne valeva la pena!!
Ripropongo il fan club??! Lo so, mi[h]ai avvertita, ma che vuoi farci, sono recidiva! 🙂
17 Febbraio 2007 il 0:44
isabella + Vendostelle , direi di no (ma il mio punto di vista è parziale), anche se inevitabilmente qualcosa si tramanda. ^_____^
fucyberurania/calaminta , ovvio, “flooda” pure quanto ti pare :)(azz, però mi sono perso i torrenti alcolici per colpa della partita di calcetto, pure persa, nonostante il gol all’incrocio dei peli…). :
miai, grazie per averlo letto (mi rendo conto che è lunghino) e per aver (ri)proposto il fan club. (Sai che il gioco di parole col tuo nick mi ha fatto pensare non so perché a quando promettevo al mio gatto di costruirgli un miausoleo?). 😀
per gli altri, grazie mille. 🙂
17 Febbraio 2007 il 0:54
ma è bellissimo.
sciroccata
17 Febbraio 2007 il 8:43
gran bel successo, meritato peraltro. Io credo si debba trascendere dalla domanda, che a tutti è venuta spontanea, sull’autobiograficità del testo e concentrarsi per esempio sull’uso e la scelta appropriata dei singoli termini che creano un ritmo d’insieme e un’atmosfera impalpabile ma reale al contempo, perchè questo personaggio cresce e assume contorni a ogni capoverso sempre più definiti. Bellissima la chiusa “Mio padre una volta è stato visto planare per poi riposarsi sui giardini” che dà al tutto la prospettiva del surreale (che io adoro)
17 Febbraio 2007 il 10:53
mi presti tuo padre? il mio pollice verde è diventato verdastro…
17 Febbraio 2007 il 13:35
anche mio padre era un tronco. mi portava ad accarezzarli ma quelli non si ammansivano. così anche lui ha mediato i loro modi oscuri e ruvidi. eppure stringeva mani, mostrando giovialità.
poi planano nei giardini e lì non ci sono più finestre.
17 Febbraio 2007 il 13:47
sai che amo i tuoi racconti, quindi non spreco parole per commentare questo..
in compenso, ti dirò, AMO petra magoni (in generale “musica nuda”)..e direzioni e redazioni non hanno più senso, se mai ne hanno avuto.
(oggi è la festa dei gatti, lo sapevi?)
17 Febbraio 2007 il 18:02
lafea , grazie, infatti le “intenzioni” (almeno) erano proprio quelle.
Dorian , cerrrrto che lo so! -> http://tinyurl.com/ytpejg
Amelia, beh, allora bisognerebbe che facessero conoscenza… 😀
sciroccata , graz, graz. 🙂
Fulvia , OK, vado a impacchettarlo… 😀