La nazionale calcistica brasiliana di questi tempi è talmente indistruttibile da poter permettersi il lusso di trastullarsi con questioni apparentemente marginali, quali rendere in continuazione omaggio a Padre Pio e ai suoi aiutanti per le facili vittorie conseguite contro compagini al suo cospetto inani e stronze.
Nel nostro campionato le lodi a Gesù e soci non si sono fatte attendere, si sa, quando uno lancia una moda, tutti appresso come agili pecorelle del signore (cioè di un tizio qualsiasi, intendo, naturalmente). Così abbiamo dovuto sorbirci le magliette della salute a sfondo religioso dei vari Legrottaglie (nonostante le istruzioni allarmate degli sponsor, che ovviamente temono di perdere visibilità nei momenti più propizi). L’immane pippone bianconero dai begli occhioni nemico dei gay si è fatto pure scrivere sull’argomento da qualche schiavo l’inevitabile, stravendutissimo tomo.
Il calciatore, si sa, è un animale di solito abbastanza superstizioso e limitato, del resto non si vede come potrebbe essere altrimenti. Non tutti nascono di ampie vedute come Giggimeroni, con la gallina da passeggio al guinzaglio. Se trascorri il tempo a pigliare pallonate in faccia lontano da casa, prelevato e allenato come un pollo fino dalla più tenera età, sicuramente studierai poco. Nel calcio, come in altre discipline, chi si ferma a pensare — e quindi a costruirsi una personalità, mettendo in discussione la pappa pronta gentilmente offerta dalla famiglia, dall’ambiente scolastico/lavorativo e dalla società vaticanizzata — è perduto.
Nello sport, prima si fa, poi (se è proprio strettamente indispensabile) si pensa. Uno scacchista, attento pianificatore, pedante calcolatore e miracoloso veggente di tutte le mosse altrui, nel giuoco come nella vita, ben difficilmente quindi sarà un grosso atleta. I troppi cavalli e le infinite regine ingurgitate nel suo mondo immaginario all’interno del quale passano secoli tra una mossa e l’altra, lo zavorreranno nella realtà, che invece pretende risposte immediate agli impulsi.
Pertanto, che lo sportivo, sentendosi particolarmente smarrito in questo globo ostile, si affidi a religioni e ciarlatani vari non stupisce. Ma anche allenatori e dirigenti i quali pure, data l’età pericolosamente alta, dovrebbero mostrarsi un po’ più maturi e riflessivi non sono da meno: si pensi agli atti scaramantici e un po’ ruspanti di Cùper e di Helenio Herrera, alle bottigliette sante con le quali Trapattoni ha innaffiato i campi di mezza Europa, mietendo risultati risibili.
Insomma, tutto ciò non piace alla laica e civile Danimarca delle vignette anti-Islam. La quale, annoiata dal ripetersi di questi discutibili festeggiamenti, nel timore che qualcuno possa esagerare e magari farsi esplodere in piena area di rigore durante l’esecuzione di qualche calcio d’angolo per l’entusiasmo, ha deciso di rompere i coglioni nel paniere. Fottendosene, quindi, a mio avviso giustamente (ullalà) dell’articolo 18 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Il quale recita che la libertà religiosa è un bene fondamentale non zippabile e come tale va assicurata in qualsiasi momento. Sì, vabbè. Un po’ di adattabilità e di pragmatismo nella vita. Altrimenti il disoccupato cronico dovrebbe pretendere il posto di lavoro fatto annusare dal primo articolo della Costituzione, e io posso chiedere con successo l’abbattimento di industrie e palazzi antiestetici a caso in nome della tutela del paesaggio e del patrimonio artistico (art. 9).
Nulla contro il segno della croce e altri fugaci atti, che, anzi, danno quel tocco di folklore che non guasta mai. Alla fine la Fifa ha solo chiesto moderazione e le regole dopotutto proibiscono espressamente le manifestazioni religiose nel corso dell’incontro. Come ogni cosa, il campo ha la sua disciplina, le sue consuetudini, le sue leggi, più o meno scolpite nel marmo. Le sue usanze. Lo sportivo rinuncia a tanti altri diritti, teorici, non veggo perché debba approfittare della cassa di risonanza mediatica per fare del proselitismo (perché questo è, alla fine, diciamocelo). (Per par condicio, mi stava sulle balle anche la pubblicità dell’ateismo in culo ai bus).
Io posso solo dire che vedere giocatori un tempo dediti apertamente a sani, semplici, egoistici valori pecorecci come il lusso, i soldi, le discoteche, le droghe, la figa, i quali sentono improvvisamente l’insopprimibile esigenza di dar continuamente sfogo in mondovisione alla loro spiritualità (sia pure forse leggermente affettata), beh, mi allarma un po’. Dove andremo a finire di questo passo?
7 Luglio 2009 il 9:14
E’ patetico vedere i calciatori pregare sul campo da giuoco (era una vita che volevo scrivere giuoco).
Credendo in dio credono anche che egli si sbatta i coglioni di quello che succede su quel campo di calcio, credono che sia lui a spingere la palla in porta? Di fatto, credono che dio tenga per il Brasile?
Se per caso dovesse esistere sono certo che se ne fotterebbe di quello che accade in campo: non ferma la fame nel mondo, perchè dovrebbe far vincere una squadra di calcio?
.-= Rudy Bandiera´s last blog ..Aldrovandi, condannati i poliziotti. Giustizia è stata fatta =-.
7 Luglio 2009 il 11:29
ricordate marcio amoroso che aveva la maglietta “grazie dio”, con l’udinese?
io, una volta, ne avevo una che andava nel senso opposto. fondamentale quando sbagli un rigore a tempo scaduto.
.-= esseredisgustoso*´s last blog ..La posta segreta del dottor Veronesi =-.
7 Luglio 2009 il 11:51
Rudy, sì, secondo me in fondo in fondo confidano nell’aiutino divino… :asd:
esseredisgustoso, minchia, Amoroso, me l’ero scordato… bel giocatore, avrebbe potuto combinare molto di più in carriera, secondo me.
7 Luglio 2009 il 12:15
Le Grottaglie è un pò un esagerato, ma sa vendere bene. Per quanto riguarda i brasiliani loro sono sempre stati così, ma questo riguarda un pò tutto il sudamerica dove la religione cristiana ha trovato il filone d’oro. Per non parlare della Spagna dove tutti sono religiosissimi per qualunque cosa affrontino nella vita, non solo il calcio. Noi in Italia ci siamo spaccati le palle per via della presenza del vaticano che ruba a destra e a sinistra e pretende di limitare la libertà di espressione propagando atmosfere di sensi di colpa. I danesi poi, non credo che siano un caso a parte. Non bisogna scordarsi comunque che i calciatori sono prevalentemente dei bambini cresciuti fisicamente e ai più famosi viene costruito un personaggio ad hoc, giusto perchè l’immagine è tutto. Non significa niente, sotto certi aspetti, avere una maglia che parla di Gesù e amore e poi comportarsi in modo meschino dentro e fuori dal campo. Tutto è quindi riconducibile solo alla ricerca di un’ottimale forma di presentazione idealizzata capace di catturare il pubblico. Come ha fatto Le Grottaglie che da giocatore finito è improvvisamente diventato titolare della nazionale.
.-= Alessandro´s last blog ..Due destini assurdi =-.
7 Luglio 2009 il 13:05
Sì, infatti, magari (sicuramente) c’è chi ci crede davvero, ma questa ostentazione così vistosa e continua mi sembra un po’ paracula…
7 Luglio 2009 il 22:14
Magari se iniziassero a punirli anche quando bestemmiano saremmo nel pieno della laicità sportiva. :rotfl:
.-= duhangst´s last blog ..Mi vendo l’anima =-.
8 Luglio 2009 il 1:31
Beh, a livello amatoriale/dilettantistico, per la gioia di Paparazzingaer, ho sentito più volte di ammonizioni per bestemmia… :asd:
8 Luglio 2009 il 18:57
A me sembra una cavolata, da entrambe le parti: da un lato, non vedo perché impedire ai credenti una leggittima dimostrazione di ‘fede religiosa’, pure se ‘fuori contesto’. Del resto, dopo che hanno vietato di togliersi la maglietta, mostrando anche messaggi magari ‘umanitari’, non mi stupisco più di nulla… Dall’altro, il moltiplicarsi di ‘segni della croce’ a ogni occasione mi sembra una ostentazione fuori luogo (specie se dieci minuti dopo il segno della croce parte il bestemmione…).
21 Luglio 2009 il 9:44
Sono patetici! Compreso il mio preferito Kakà.
13 Marzo 2010 il 3:43
quanta ipocrisia!!!!per l’ateismo nei bus,be forse erano stufi di vedere su ogni ponte autostradale,la scritta”dio esiste”per la parcondi…cio.
9 Aprile 2010 il 9:40
Crescete un po’ tutti, a partire da chi ha scritto questo articolo e imparate a rispettare la fede degli altri. fatelo per civiltà e senso della misura, benchè non siate in grado di comprenderla perchè la vostra mente è troppo occupata da luoghi comuni anticlericali che vi fa comodo diffondere senza spirito critico. Sinceramente, trovo che Kakà sia un uomo ben più rispettoso, onesto e maturo di chi usa parole volgari già nei titoli degli articoli e irride la spiritualità delle persone. De resto, in un confronto civile voi non verreste neppure ammessi, dato che civili lo siete ben poco.
9 Aprile 2010 il 9:44
Pentitevi, pentitevi redimetettotovi e pentitevi.
.-= Rudy Bandiera´s last blog ..Burgman investito in retro e muratori con spritz pagato =-.
9 Aprile 2010 il 10:00
Antonio,
Qui non si discute della fede dei gicatori che è legittima e privata. Qui si discute il fatto che, ad esempio, un Legrottaglie qualsiasi possa ergersi a censore delle altrui vite ed a massimo predicatore. Quello che da fastidio è che i megamiliardari pallonari ringrazino Dio ad ogni palla spinta in rete, svilendo proprio quello spirito religioso autentico di cui dovrebbero essere portatori. Se tu sei contento che la tua fede possa essere usata nè più nè meno come uno spot dei succhi di frutta, non so che dirti.
P.S.: Non è molto corretto da parte tua dare dell’incivile al proprio interlocutore, solo perchè non la pensa a modo tuo ed usa qualche parolaccia nel suo discorso (vorrei tanto sapere come parli tu). Essere civili vuol dire saper ascoltare e dicutere nel merito con chi ti sta di fronte, magari facendgli capire che sta sbagliando (nei toni e nei modi).
Saluti
9 Aprile 2010 il 10:10
Scusate per gli errori di ortografia nel post precedente. Eppure non ne faccio mai :sborone: .
9 Aprile 2010 il 10:20
1) A casa mia dico tutte le parolacce che mi pare e piace, e ci mancherebbe… :asd:
2) “Secondo il mio punto di vista, la richiesta secondo cui un vescovo debba essere obbligato a denunciare agli organi di polizia gli atti di pedofilia commessi da un prete è completamente infondata”.
[Tarcisio Bertone, attuale Segretario di Stato Vaticano, all’epoca Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, 2004]
Antonio, continua a foraggiare questa gente, mi raccomando… :sisi: