Impossibile dimenticare il film in cui Totò si consegnava anima e fondoschiena al demonio in persona in cambio di attimi d’effimera gloria e magliette dalla dubbia sessualità. Come cancellare gli orgasmi sportivamente e disinteressatamente elargiti a milioni di italiani da personaggi quali Coppi, Bartali, Saronni, Moser e la sorella topa di Ivan Basso. Non ho mai ben capito, però, cosa spingesse le folle, in special modo nell’antichità, a scendere per le strade ad acclamare sconosciuti e scontrosi atleti rivestiti da improbabili pigiami psichedelici a bordo di instabili trabiccoli a propulsione muscolare umana.
Ok, si potrebbe dire la stessa cosa per una miriade di altri sport. Ma nel ciclismo (su strada) è diverso. Le dinamiche di una partita di pallavolo, pallanuoto, pallacanestro, curling, boccette fantasy, tiro al gommone e calcio saponato per maggiorate sono facilmente decifrabili, telegeniche e obiettivamente appassionanti per lo sportivo pantofolmunito medio. La squadra A generalmente si introduce furtivamente nella metà campo avversaria approfittando delle regole assegnate a questa parte di universo, al nostro sistema solare, ecc., la squadra B allora ha il cagotto e si difende come può, l’arbitro fa le sue stronzate per sentirsi un po’ protagonista anche lui, il pubblico sugli spalti giustamente lo insulta ricoprendolo di quegli stessi ortaggi dei quali sua moglie fa un uso (si dice) extraculinario ed extraconiugale smisurato, ora è la compagine B a prendere senza alcun preavviso l’iniziativa tramite i suoi giocatori più circensi, fino a quando un disoccupato, nudissimo e armato unicamente di lanciafiamme, fa irruzione inseguito da mandrie di tifosi e canilupI incazzatissimi. Ripristinato con modi spicci l’ordine, la squadra A invade militarmente gli spazi vitali della squadra B, che restituisce il favore mettendo a segno una miriade di goalsss, canestri, punti del Mulino Bianco, e così via. Sembra quasi, insomma, un eccitante, selvaggio rapporto sessuale a esito semicasuale tra promiscue e dotatissime pornostar.
Nel ciclismo (su strada) invece si è sempre in balia di oscure, poco interessanti e apparentemente insensate strategie di squadra ignote ai più. Sì, la fatica, l’eroismo, l’alpinismo. Certo, zzz… Come no. L’importanza delle droghe appare inoltre assolutamente spropositata: chi non si dopa come un bue è tagliato fuori, poche storie; impossibile anche solo immaginare di poter completare, senza aiuti, a velocità folli tappe montane infinite che stroncherebbero il Superman degli anni d’oro; mentre altrove atleti particolarmente valorosi, allenati e ispirati possono perfino cercare di opporsi con una qual certa dignità agli anfetaminatizzatissimi avversari. Perfino nell’atletica allo spettatore è concesso perlomeno uno sguardo d’insieme, quel colpo d’occhio che permetta di tenere sotto controllo a piacimento le gesta di un Bolt o le macchinazioni ordite dal tizio due-lumache-in-una fermo in ultima posizione, dando un po’ di senso a tutto quel sudare. Mi sembra francamente il minimo sindacale…
Nel ciclismo, invece, il fan scende nelle vie sulla fiducia, in preda a una generica isteria (chebbello, allora anch’io conto qualcosa, il giro passa vicino a casa mia!!1), solo per poter guardare, spingere o palpare per pochi sudati attimi il fattone del suo cuor. E poi magari andare al congresso dei PierferdiboyZ a invocare con alterygia il carcere durissimo senza pietà per la pericolosa casalinga che alleva piantine di mariuana nella vasca da bagno nel tentativo di arrivare viva alla seconda settimana. Mah, valli a capire, ‘sti fan del ciclismo…
25 Maggio 2009 il 15:21
io a casa ho una boccia piena di residui organici drogati che mi ha tirato in faccia fondriest una volta che il giro è passato davanti casa mia e io ero sceso proprio per palparlo con la sua maglietta da campione del mondo (ma non ci riuscii perchè andavano troppo veloci).
però mi tirò questa bottiglietta in faccia.
25 Maggio 2009 il 15:22
NOn sono un fan del Ciclismo. Cioè, apprezzo che sia uno sport di fatica (e di doping e di banane).
Però mi ha conciliato spessissimo il sonno pomeridiano estivo.
Ecco cosa mi piace.
Anche perchè, attualmente, non ci si può affezionare a un ciclista. L’anno dopo non ci sarà, perchè squalificato per doping.
:mastella: <– accident’allui…
Drugos last blog post..L’uomo che amava i libri e i cavalli
25 Maggio 2009 il 15:32
Mah. L’aggregazione. La vitalità.
Tutte cose che gli altri sport hanno perduto.
Il tuo post mi lascia un po’ triste …
25 Maggio 2009 il 15:53
Io ho smesso di guardare il ciclismo in tv precisamente tre anni fa, quando dopo un tappone alpino di 210km che ci si stanca solo a pronunciarlo (Tonale, Gavia, Mortirolo) Ivan Basso affrontò l’erta finale dell’Aprica a circa 180km orari, riuscendo persino a staccare un campione come Simoni.
Come sport televisivo è in effetti inguardabile, bisogna praticarlo e basta; uscire e malmenare i pedali per una cinquantina di km è un antistress eccellente, quasi quanto il sesso ma molto molto più disponibile :asd3: :asd3: :asd3:
25 Maggio 2009 il 15:56
(Basso che poi infatti fu coinvolto nello scandalo doping, più o meno come chiunque abbia vinto qualcosa, dal Tour de France al Giro dell’Isolato, negli ultimi dieci-quindici anni)
:gnam:
25 Maggio 2009 il 16:19
catto, ammiro la sua generosità, ma non avevi una moto a scurraggetta per inseguirlo?
drugo, anfatti è dai tempi di Binda ormai che non ci credo/spero più…
I boh Prepuzio, eh, mi spiace, ma l’aggregazione tanto per aggregare (okno a parte :asd: ) non mi affascina. Poi gli ordini di scuderia mi stanno sulle balle. Cioè, io mi devo fare il mazzo per far vincere un altro? Non esiste. Io non li rispetterei… :indignato:
just, eeeeeh, capisco… il Giro dell’isolato ha dato tante soddisfazioni anche a me in gioventù :telodicevo: , a quanti tricicli ho fatto mangiare la polvere… :asd:
25 Maggio 2009 il 17:31
A me si.
La primordiale forma di comunicazione. Istintiva.
Vedo che il controllo alla fine non ti schifa poi così tanto.
Evviva, aggiungerei :cheers:
25 Maggio 2009 il 23:22
Sei acido come un limone. La retorica del ciclismo come sport di fatica e sacrificio è ampiamente sopravvalutata. A me quelo che mi intriga sono le misteriose strategie di squadra, quel gioco del “parti prima te” prima delle volate, il fatto che esistano delle gerarchie ferree e immutabili all’interno delle squadre, e, infine, quella cosa fantastica che per pisciare non si fermano ma si abbassano i pantaloncini. Vorrei farlo anch’io, mentre cammino per strada.
Heikes last blog post..Un giustificato motivo per (parte diciannovesima)
26 Maggio 2009 il 0:42
I boh, se la potenza è nulla senza di esso un motivo ci sarà pure… ^____
Heike, madmac da qualche parte scrisse qualcosa di memorabile riguardo alle difficoltà pisciatorie dei ciclisti, di Ullrich in particolare…
26 Maggio 2009 il 12:57
Bocchettone corto? :goshgasp:
26 Maggio 2009 il 15:52
Potenza ? Interessante espressione.
28 Novembre 2010 il 16:03
Hanno tutti il catetere :evvai:
Chi spingeva il tuo triciclo?
29 Novembre 2010 il 13:28
Mio nonno a bordo di un trattore a vapore :sisi: .