Si tratta del quesito che, ormai da mesi, tiene in ostaggio il dibattito del lunedì mattina all’interno degli uffici pubblici più faccialibrosi. È d’uopo che un ambiente così soporifero e primitivo venga improvvisamente terremotato da un esaltato che, per puro esibizionismo — anziché aprirsi un blog sotto falso nick per foraggiare aristocraticamente il proprio illimitato ego — approfitti della notorietà, di un livello culturale superiore alla media del suo habitat (non che ci voglia molto, pure il mio pene è meno ignorante di un calciatore) e dei successi conseguiti pur di spalare quintalate di purissima e aromatizzatissima merda su chiunque, infamando a destra e a manca come se piovesse?
Le dichiarazioni smargiasse e irriverenti, è inutile nasconderlo, suscitano sempre ilarità e buonumore. Specie dopo decenni di interviste ad autentici salumi deambulanti con il polygen alle frasi fatte ben impiantato nel cranio, ormai reso inservibile dalle terrificanti pallonate ricevute in carriera. Come dimenticare picchi di originalità e vivacità cerebrale quali “se giochiamo come giochiamo“, “a fine campionato i torti arbitrali si compensano, come dice sempre anche Moggi!“, “noi andiamo a Real Madrid per fare la nostra partita“, “non guardiamo la classifica e cosa fanno le altre squadre” (essì, infatti è noto che i risultati altrui siano del tutto ininfluenti per l’esito di scudetti e retrocessioni) e tutte le altre nauseanti trapattonate del cazzo. O capolavori di diplomazia fasulla quanto una social card vuota come “il nostro sagacissimo allenatore non è assolutamente in discussione, cosa volete che rappresentino dodici sconfitte consecutive in confronto all’eternità e alla bellezza del rapporto che si è creato tra di noi e con la tifoseria, vorrei fare sesso anale con lui, nau” (ovviamente il giorno dopo il tapino riceve puntualmente il benservito); oppure “non date retta alle maldicenze dei giornalisti, Materazzi è un giocatore molto corretto e non maltratta mai le rotule degli avversari quando ci gioca a bowling dopo avergliele asportate a morsi“.
Però chi si loda troppo comincia a imbrodarsi orribilmente, e ciò è male. La realtà è che un Mourinho solo non basta neanche lontanamente al putrefatto calcio italiano per dare vita a grandiosi spettacoli di spacconaggine circense paragonabili a quelli del migliore wrestling d’oltreoceano. Lo stravagante, il diverso, l’elemento destabilizzante, il clown trolleggiante viene presto chirurgicamente isolato, punito tramite complotti giganteschi orditi ai suoi danni, irriso e screditato mediaticamente, comunque reso inoffensivo dal sistema che lo inquadra inevitabilmente come una bomba pronta a esplodergli nel culo con fragor. Anzi, c’è da stupirsi che orde di cornutazzi in giacchetta nera siano così propense a incredibili regalie di ogni tipo nei confronti della più moralizzata delle compagini, da lui allevata (probabilmente ancora per poco).
Solo la clonazione, la moltiplicazione incontrollabile dei mourinhi potrebbe (forse) un giorno portare a un calcio più sano, libero, allegro e spensierato; a un calcio nel quale gli allenatori e i dirigenti, i magazzinieri e i giocatori possano insultarsi a Vicenza tra spargimenti neuronali prima impensabili, senza paura di ritrovarsi la tappezzeria della Porsche nuova inzozzata dal sangue di teste equine il giorno dopo; un calcio nel quale coricare di mazzate Varriale nel dopopartita per sfogare le proprie frustrazioni non solo non porti a diffide o a squalifiche di soreta, ma venga anzi premiato e incentivato mediante l’erogazione di speciali bonus quali la libera circolazione di veline ignude negli spogliatoi per combattere l’omosessualità dilagante, o la concessione di punizioni inesistenti a piacimento, senza la fastidiosa necessità di inscenare simulazioni falliche di alcun tipo.
16 Marzo 2009 il 18:29
Di murigni in effetti ce ne vorrebbero di più… qualcosa si muove, forse, tra uno Zenga che qualche mese fa ebbe (finalmente!!!) il coraggio di trattare Varriale come merita, e uno Spalletti che se se le fa girare, è anche capace di alzare la cresta… Eccezioni, comunque, in un mare di gente che alla classica domanda degli italicucci o dei marisconcerti di turno – fieri guardiani di un modo di parlare di calcio e sport molto anni ’50, pronti sempre a stigmatizzare che si distacca dalla ‘sacra norma’ del parlare del nulla ammantandolo di chissà quale verità, e del parlare di sport per iperboli ritrite, degni allievi del maestro indiscusso del genere, il compianto Candido Cannavò – non trovano meglio che rispondere: “Grande tecnico, ma si pone in maniera sbagliata”… che se per una volta si dice ciò che si pensa, il programma deraglia dai rassicuranti binari del ‘risposta banale a domanda anonima’…
16 Marzo 2009 il 19:15
A me però il Maurino (inter)nazionale sta sulle palle con l’ accuso a denari (molto, per i non giocatori di tre sette). Nel senso che, almeno finora, molte chiacchiere pochi risultati. In più, come giustamente il nostro beneamato prostata scrive nel titolo del post, a me sembra il tipo che trolleggia così a pene di segugio, per il gusto di trolleggiare. A sto punto meglio Zeman il boemo, che con placida calma, sigaretta in bocca e litri di grappa di prugne in corpo, sparava bordate megagalattiche senza nenache cambiare espressione!
belphagors last blog post..Dubbi…
17 Marzo 2009 il 9:59
Marcello, chiunque insulti Varriale avrà sempre la mia stima imperitura.
belphagor, infatti era un mito e poi vedere una squadra che vince mettiamo 7-0 continuare ad attaccare con la motosega tra i denti come se non ci fosse un dimani mi eccita tantissimo!
17 Marzo 2009 il 10:52
Che Varriale non sia un simpaticone, mi pare chiaro. E’ vero anche che il Varriale nazionale sà giocarci sulla sua antipatia, credo sia abbastanza costruita. Si pone in quel modo proprio per “sfriculiare” chiunque gli capiti sotto, sperando nella “sbroccata”, cosa che gli è sempre riuscita benissimo. Zenga non è il primo. Ai tempi del “Moggione”, ricordo grandi litigate in diretta, al punto che, il Moggione aveva apertamente dichiarato di non volere più partecipare alla trasmissione dopo partita del Varriale.
Fa rumore, quindi scopo raggiunto.
Number one? idem. Sta sulle palle a molti e tutti ne parlano. Ok …scopo raggiunto anche per lui.
Del resto…si parla di te se vinci o se sai fare rumore.
Ovviamente non possono vincere tutti, per cui molti devo darsi al rumore.
Ancellotti, lo vedo maluccio su entrambe le cose, rumore e risultati.
Zdenek…mi manca.
Frankie Pallas last blog post..Beat generation
17 Marzo 2009 il 11:22
Frankie, sì, ma il tono di voce odioso perculante secondo me gli viene naturale!
17 Marzo 2009 il 16:25
Si ma…in effetti delle basi devi averle.
Non puoi essere un figo della madonna se non sei per lo meno piacente.
Non puoi essere un antipatico della madonna se non hai la faccia, il tono ed i modi odiosi. Come base ti serve, poi lavorandoci sopra finemente raggiungi il risultato tanto agognato.
In effetti si tratta di pigiare un tuo difetto evidente, trasformandolo cosi in caratteristica di successo.
Pirandello, “La Patente”. Almeno, credo sia la patente, spero di non sbagliare. Tutti in paese a dire”mazza che sfiga che porta questo”. Lui, il “portamerda”, non ha fatto altro che pigiare ancora di più su questa caratteristica.
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Frankie Pallas last blog post..Musica di protesta – il fenomeno “beat”
17 Marzo 2009 il 19:57
Non tutti i difetti si possono plagiare in modo da fare i verdoni, però!
18 Marzo 2009 il 10:32
Non faccio nomi per non alimentare il gruppo dei vanagloriosi in cerca di pacche sulle spalle.
Un giorno è venuto un allenatore carismatico che intercalava silenzi infiniti a frasi del tipo: “Allenamento è quando si fa con la palla, il resto non mi interessa!”
Essendo io un tecnico della preparazione vengo contattato dalla dirigenza: “Potrebbe inventarsi un traning che comprenda resistenza, forza e velocità esclusivamente con la palla, magari sottobraccio?”, comandi rispondo e per tre settimane “mi invento” qualcosa rubando un’oretta prima della partitella.
Il tipo di cui parlo è stato un grande allenatore, favoloso, solo che pensava anche lui che qui – in Italia – bastasse inventare (come se non lo sapessimo che siamo un paese di inventori), importare metodologie adatte a funamboli ma sterilmente scarne in fatto di classifica della domenica sera.
Insomma: dopo tre settimane lo hanno rispedito con foglio di via e io ho perso una grande opportunità.
Special One nemmeno lui ha inventato niente: la metodologia è la stessa e per rifarsi al “mitico” Bernardini, la squadra non ha bisogno d’altro che di un ottimo portiere e di un centravanti che la butti dentro, i restanti nove continuino a buttarla d’all’altra parte che basta e avanza.
Ciao
A.
18 Marzo 2009 il 10:36
Secondo me c’è bisogno anche di chi a centrocampo spezzi le gambe ai giocatori altrui quando sono in possesso di palla: Capello così ci ha vinto fior di scudetti!
20 Marzo 2009 il 16:00
failla cazzaro.
il catt.sta
20 Marzo 2009 il 16:05
volevo dirti che va bene tutto, però sul blog delle bientti dove mi hai mandato non si può commentare. volevo scambarci il links colla binetti ma non riesco, e nelle tue gaq non ci è iscritto. come si fa?
grazie.
tuo
catt.sta
20 Marzo 2009 il 16:09
Boh, sarà troppo impegnata a organizzare frustini sadomaso per cagare noi poveri blogger…