
Sette dischi, quarantotto anni, cinquantanove tentativi di suicidio. Fisico bestiale, espressione perennemente accigliata, voce e posture sensuali tipo macellaio da competizione beccato ai test antidoping. Un glorioso passato da operatore ecologico che gli ha fruttato un legame indissolubile con il verde fosforescente. Quei testi un po’ così, sempre in bilico tra il qualunquismo, lo stronzismo e lo scazzo cosmico più pessimisteggiante. Una morte oscurata da quella contemporanea dell’altro raffinato umorista con